BELMONTE E LA CHIESA MADRE VERSO IL COMPLEANNO (4) di Salvatore Migliore
Propongo
due momenti significativi di partecipazione attiva del nostro paese alle
vicende storiche della Sicilia e dell’Italia: i Fasci siciliani e i Plebisciti
sono stati sicuramente momenti di grande rilevanza storica e sociale.
Ho
ritenuto, poi, di aggiungere alcuni dati sulla Chiesa Madre per ricordare la
data del suo compleanno.
I Fasci siciliani a Belmonte
Tra il
1892 e il 1894, nelle campagne della
Sicilia nacque il movimento dei Fasci
dei lavoratori, al quale aderirono contadini, operai, artigiani e
intellettuali. L’obiettivo era quello di migliorare le condizioni di vita e di
lavoro delle classi povere e di opporsi
all’aristocrazia agraria, alla mafia dei gabelloti e dei campieri.
Si
tratta di un periodo ricco di eventi per la storia della Sicilia, rispetto ai
quali Belmonte non è stato un
testimone marginale, men che meno un testimone passivo, avendo assunto
iniziative contro le tasse comunali e contro la prepotenza dei feudatari e degli amministratori comunali.
Belmonte, un piccolo punto geometrico della
Sicilia e un punto microscopico dell’Italia, non sembrava potesse avere avuto alcun elemento di
condivisione con vicende che hanno
interessato sia la nostra isola che l’intera penisola. Eppure, assieme a tanti altri comuni siciliani, ha
dato testimonianza d’impegno nella costituzione dei Fasci e nella loro intensa
attività. Testimonianze eroiche, a volte con perdite di vite umane.
In
Sicilia molte furono le proteste contro un esercito di profittatori e arroganti
che infierirono impietosamente sui poveri lavoratori.
I feudatari,
i gabelloti, i campieri, i rappresentanti delle Amministrazioni locali
sostenuti dagli organi dello Stato, dalla polizia, in modo particolare, i
mafiosi, furono le espressioni dei prepotenti di quel periodo.
Diversi gli episodi che hanno sottolineato la
forza e la determinazione delle proteste.
Le donne
hanno avuto un ruolo centrale in quelle manifestazioni di protesta.
Ricorda lo scrittore J. Calapso, in una
pubblicazione del 1980, che le donne aderirono in massa al movimento dei Fasci
nelle sezioni dei vari comuni. A Belmonte Mezzagno ne risultarono iscritte
circa 70.
Molti i Comuni che si segnalarono per gli
scioperi contro i numerosi soprusi dei potenti. Belmonte fu uno di questi. I contadini
si astenevano dal lavoro dopo aver compiuto i lavori di mietitura e di
trebbiatura, e convincevano anche i pastori, e tutti i salariati, a fare
altrettanto. A settembre i coloni si rifiutarono di prendere i terreni a
mezzadria alle solite condizioni, chiedendo che venissero applicati i Patti di
Corleone. I proprietari delle terre e i gabelloti, all'inizio, si opposero
categoricamente. Accettare le richieste dei contadini, non conveniva loro
economicamente, e, soprattutto, perchè vedevano lesi il proprio prestigio e la
propria autorità. Proprietari e affittuari, non volevano assolutamente né
riconoscere né dare legittimità ai Fasci dei lavoratori.
Grandi
manifestazioni di protesta contro le tasse furono organizzate dai Fasci
siciliani a Belmonte Mezzagno. Qui, come scrive lo scrittore G. Casarubbea, si
tenne una delle prime manifestazioni contro le tasse, contro l’amministrazione
comunale, allora capeggiata dal Sindaco Giovanni Migliore.
Si riportano alcuni episodi, legati alla presenza
dei Fasci siciliani a Belmonte:
- 1) Il Questore di Palermo al Procuratore del re,
Palermo 14 Maggio 1893, oggetto: Procedimento
a carico dei sottonotati individui arrestati. “…. Un quinto tribuno è sorto
in questi giorni nel comune di Belmonte
Mezzagno in persona dell’innanzi nominato Italiano Francesco…”;
- 2) Il 14 luglio
1893 si radunano in contrada Petrosino,
vicino il paese, molti belmontesi per una manifestazione socialista. Parla
Barbato. I partecipanti, dopo la manifestazione, rientrano in corteo in paese.
- 3) La protesta attuata nella mattina del 12
Agosto 1893, vide come protagoniste una cinquantina di donne.
L'indomani una delegazione di
donne si recò alla caserma dei carabinieri per chiedere l'abolizione del dazio,
la destituzione del Sindaco e lo scioglimento del Consiglio comunale. Il 15
agosto, 600 contadini e contadine sfilarono per le vie del paese. Questo
pacifico corteo venne fatto sciogliere dal sindaco. Tutte le donne presenti
alla manifestazione furono arrestate. Le
manifestazioni di protesta, soprattutto, quelle contro le amministrazioni
comunali sono state spesso represse con
la forza, provocando morti e feriti.
- 4) Un rapporto del questore di Palermo, trasmesso al
prefetto Colmayer il 22 ottobre 1893, fa una descrizione dei dirigenti dei
Fasci nei vari paesi. Per Giallombardo Giuseppe, di anni 23 piccolo
proprietario scrive: “Non risparmia fatica per convincere quei contadini ad
attendersi dalle nuove istituzioni il miglioramento economico sociale
istruendoli a tenersi pronti”. Per Italiano Francesco di anni 26, Presidente del
Fascio: “Si è dato a far propaganda socialista fra i contadini”;
- 5) Il 2 gennaio
1894 ancora una volta la gente scende in piazza per protestare contro le tasse
comunali. Sono incendiati i casotti daziari. I soldati chiamati per sedare la
protesta aprono il fuoco contro i manifestanti. Pesante il bilancio: 2 morti il soldato Francesco
Sculli e il contadino Stefano Monte e diversi arresti.
- 6) Il
Presidente della sezione dei Fasci a Belmonte è uno studente di 26 anni. Nessun
mezzo a disposizione. Giovani i dirigenti. Sei erano tra i 26 e i 30 anni.
A Belmonte
il circolo dei Fasci fu costituito il 10.05.1893.
La fine dei Fasci siciliani se la intesta un
siciliano, Francesco Crispi. La sera del 3 gennaio 1894 il governo, presieduto
da Crispi, decreta lo stato d’assedio. Arresti, soppressione della libertà,
messa al bando delle organizzazioni, scioglimento dei Fasci furono le
conseguenze di quell’infelice decisione governativa. “Il 3 gennaio 1894 fu una
data infausta per la democrazia, oltre che per il socialismo e per il movimento
operaio”” (Renda).
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I Plebisciti a Belmonte Mezzagno
Ancora un evento che coinvolge il nostro
paese nella storia italiana, quella relativa alla costituzione dell’Unità
d‘Italia. I plebisciti, per l’appunto, convocati per decidere sull’annessione
dei comuni siciliani e italiani al Regno d’Italia, hanno visto il comune di
Belmonte impegnato in una votazione che, ancorchè carica di tante riserve, ha
rappresentato pur sempre un evento di rilevanza storica.
Anche a Belmonte, verosimilmente, com’è
accaduto negli altri comuni: nessuna segretezza del voto. A Belmonte
si è avuto il seguente risultato:Votanti
733
Per il
SI 733
Chiesa Madre
-
costruita dal Principe Giuseppe Emanuele Ventimiglia tra il
1752 ed il 1756;
-
è stata eretta canonicamente il 26 Feb. 1756;
-
il Crocifisso è stato costruito
per volontà del Principe, assieme ad altri due destinati rispettivamente alle
Chiese di S. Stefano di Quisquina e di Gratteri; fu pure sua la decisione di proporre il
Crocifisso patrono di Belmonte;
-
il primo Parroco fu il Sac. Stefano Grasso (1756-1766);
Ho ritenuto di proporre i pochi dati di cui sopra,
relativi alla nostra Chiesa Madre che fra poco festeggia il compleanno;
precisamente il 26 Febbraio, data della sua nascita perché proprio quel giorno
ha ricevuto il riconoscimento giuridico da parte dell’Autorità Ecclesiastica.
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