Un popolo che non ascolta gli anziani è un popolo che muore (Papa Francesco)


 La mia incontestabile condizione anagrafica che mi colloca di diritto nella categoria  a cui si riferisce il Santo Padre, mi ha procurato qualche perplessità sulla opportunità di scrivere questa riflessione, rivolta, intanto, a me stesso, ma anche ai lettori di “Nuova Belmonte”. Devo precisare, però, che il mio interessamento per il tema l’ho manifestato in tempi non sospetti.

Anni fa, infatti, all’interno della mia parte politica, che faceva parte della Giunta comunale, ho proposto con insistenza, un progetto che prevedeva un percorso intergenerazionale di giovani ed anziani in cui questi ultimi avrebbero trasmesso esperienza e saggezza. 

Un interessamento, poi, che ho manifestato attraverso i miei interventi sia orali che scritti, con i quali ho sollecitato un dialogo di alto profilo tra Politica – Istituzioni – Cittadini e tra questi ultimi, ovviamente, ho sempre considerato gli anziani non come soggetti passivi, al contrario, come portatori, appunto, di esperienza e di saggezza. Personalmente, infine, non ritengo di fare un ragionamento “pro domo mia”, atteso che, pur avendo chiuso ogni impegno attivo, come ho precisato in altra occasione, ne coltivo un altro che ho definito di natura culturale e che mi consente di esprimere le mie idee anche in ordine alla necessità, ad esempio, di un percorso che faccia crescere la qualità di vita del nostro paese. 

Il libro su Belmonte, prossimo alla pubblicazione, infatti, si caratterizza molto per la promozione di iniziative con il coinvolgimento di tutti, anziani compresi, per fare crescere la qualità di vita del nostro paese. Se, poi, vengo ascoltato, per ritornare al titolo di questa riflessione, dico di sì, anche se un verifica occorrerebbe farla con l’altra categoria.

Fatte queste precisazioni, mi piace richiamare due momenti in cui Papa Francesco sottolinea l’importanza di ascoltare i nonni e, quindi, gli anziani.
  Nel corso della quinta giornata mondiale della Gioventù in Brasile, il 26 Luglio 2013, alla S. Messa celebrata a Samurè, nel giorno in cui la Chiesa celebrava la memoria dei genitori della Madonna, Gioacchino e Anna, e in molti Paesi del Mondo si celebrava la festa dei nonni, il Papa così parlava sul tema in esame: “Che il Signore benedica i nostri nonni …e ci permetta di invecchiare con sapienza per poterla trasmettere agli altri….Si possa essere come il vino che quando invecchia migliora: è più buono”. Un paragone con il vino, rileva un giornalista, per sottolineare l’importanza degli anziani.

Ma ancora più diretto il Papa è stato in occasione del discorso pronunciato il 26 Ottobre 2013 in Piazza S. Pietro per la festa delle famiglie. “Voi ascoltate i nonni? I nonni sono la saggezza della famiglia, sono la saggezza di un popolo. E un popolo che non ascolta i nonni, è un popolo che muore”.

 Il Papa non parla, come si vede, soltanto di nonni ma anche di anziani, la cui saggezza non si spande solo all’interno della famiglia, ma è tutto il popolo che ne può beneficiare a condizione che questo li ascolti. Un monito rivolto, pertanto, alle famiglie, ma anche al popolo, e, quindi, alla comunità perché ascolti gli anziani.
  
 Il monito del Papa è sicuramente rivolto a tutti coloro che hanno l’opportunità di una vicinanza con gli anziani, ma anche a tutti coloro possono creare le condizioni per un ascolto degli anziani. Un ascolto, quindi, che non deve essere soltanto occasionale, per quanto importante, ma anche organizzato. Politica, Istituzioni e volontariato possono essere  soggetti chiamati in causa per organizzare l’ascolto di cui qui si è parlato.


  Salvatore Migliore

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