Franco La barbera: Lettera al Sindaco e ai Cittadini del Comune di Belmonte Mezzagno

Riceviamo e pubblichiamo

Lettera al Sindaco e ai Cittadini del Comune di Belmonte Mezzagno.
Nel consiglio comunale del 20/3/2014 fatto convocare dal Sindaco per comunicazioni urgenti, tutti sapevamo che esse sarebbero state relative all'articolo apparso sul Giornale di Sicilia del 12/3/2014.
In tale articolo si riportava l'esito della sentenza del CGA ( consiglio di giustizia amministrativa che in Sicilia è l'equivalente del Consiglio di Stato ) che confermava la revoca di tre grossi appalti  dell'ENEl alla SIEM di Carini.
Nello stesso articolo si affermava che il tutto era partito da una informativa della Prefettura di Palermo, datata 02/12/2011 e inviata all'ENEL, che evidenziava il rischio di infiltrazioni e condizionamenti da parte di Cosa nostra nelle scelte della SIEM. L'informativa, sostiene l'articolo, si soffermava sul ruolo di Pietro Di Liberto, responsabile tecnico per la sicurezza di tale ditta nonchè attuale sindaco del comune di Belmonte Mezzagno, e sul fatto che << il responsabile per la sicurezza dell'impresa risulta legato da vincoli parentali e da cointeressenze economiche con soggetti ed enti contigui alla criminalità organizzata >>.
Tale sentenza pronunciata nel mese di settembre 2013 arrivava  dopo il primo grado di giudizio del TAR che era stato favorevole alla ditta. E l'articolo riferiva anche, che di fronte alla difesa degli Avvocati della SIEM che sostenevano che " l'informativa era inconcludente in quanto basata esclusivamente sulla rappresentazione di legami parentali, spesso labili e indiretti " e che evidenziavano la contraddizione sul fatto che Pietro Di Liberto << è stato successivamente eletto sindaco senza che il Ministero dell'Interno abbia mai ipotizzato l'avvio del procedimento di scioglimento di quel consiglio comunale >>  i Giudici, riferisce l'articolo, hanno messo nero su bianco sostenendo che << l'informativa non poggia soltanto sui rapporti parentali >> ma anche << e prevalentemente su una valutazione dei legami economici finanziari di Pietro Di Liberto con ambienti contigui alla criminalità organizzata o esponenti di spicco >>.
Si capisce quindi che l'accusa nei confronti di Pietro Di Liberto viene formulata  dalla Prefettura di Palermo  e non da altri soggetti nè tantomeno dal giornalista autore dell'articolo. Quello che invece non si capisce, e questo è uno dei punti di domanda che tutti i giornali si sono posti,  è   come mai il Ministero dell'Interno non sciolga il consiglio comunale ( anche se sarebbe forse più corretto dire come mai non sciolga la giunta visto che è presieduta da Pietro Di Liberto ). E a questa domanda, secondo l'articolo, i Giudici risponderebbero che in atto non sussistono elementi " concreti, univoci e rilevanti " per sciogliere il Consiglio Comunale.
Quindi ci troviamo di fronte al fatto che Pietro Di Liberto  da un lato, sempre secondo quanto riportato dalla stampa,  "abbia legami economici finanziari con ambienti contigui alla criminalità organizzata " e dall'altro che possa fare il sindaco di un Comune come il nostro, che già di recente ha subito provvedimenti del Ministero dell'Interno per presunte infiltrazioni mafiose.
Dinanzi a questa situazione,  la prima domanda che ci si pone e che io ho posto in Consiglio Comunale è : cosa sarebbe successo se l'informativa della Prefettura fosse stata divulgata prima della elezioni comunali del mese di maggio 2012 o se semplicemente e correttamente Pietro Di Liberto avesse informato il Suo Partito, il PD, che era oggetto di una accusa così grave?
Semplicemente, penso, che Egli adesso non sarebbe sindaco di Belmonte Mezzagno perchè, secondo quanto sosterrebbe l'informativa della prefettura, a mio avviso, non avrebbe avuto le carte in regola e penso inoltre che il corso della storia del nostro comune probabilmente sarebbe stato un'altro.
 Ed ancora, il  Consiglio Comunale di Belmonte Mezzagno può continuare a svolgere la sua attività in queste condizioni ?
Sicuramente no, io ritengo.  
Il Sidaco in C.C. ha cercato di difendersi dicendo che lui viene colpito perchè ha dei parenti che non si è scelto e giocando sul significato di contiguità. Non ha riflettuto però sul fatto che nessuno, men che meno la Prefettura o la Magistratura,  si sognerebbe di formulare un'accusa così grave sulla base di una semplice parentela. Prima perchè  ingiusta  e poi, perchè facilmente attaccabile. Ha  inoltre affermato di essere un amministratore onesto e di fare il bene del paese ( quindi non si capirebbe a Suo dire come mai qualcuno possa pensare certe cose sul suo conto  anche se è perfettamente chiaro che le accuse poggiano su fatti precedenti al Suo ruolo amministrativo ), di non essere d'accordo con chi, come il sottoscritto, abbia semplicemente chiesto in un comunicato stampa " se non sia il caso di fare un passo indietro ".
 Ed infine ha chiaramente ipotizzato che dietro al fatto che l'esito di questa sentenza del settembre 2013 sia venuta fuori nel mese di marzo 2014, possa esserci " qualcuno" riconducibile o alle ditte con cui ha rinegoziato i contratti stipulati dalle precedenti Amminmistrazioni ( v. contratto manutenzione pubblica illuminazione ) o all'ATO rifiuti cui Egli stesso ha contestato alcune fatture.
Io non entro nel merito di tali contratti nè  sull'Amministrazione dell'ATO rifiuti su cui ho abbondantemente espresso le mie opinioni in Consiglio Comunale,  nè voglio prendere le difese di tali società per le supposizioni enunciate dal sindaco e che spero vengano riportate nei verbali. Però, anche se convengo che è strano come una sentenza del settembre 2013 venga semplicemente diffusa solo ora ( ma questo bisognerebbe chiederlo all'Autore dell'articolo ), la sostanza del discorso non cambia.
E a poco servono le accuse dei Consiglieri della Maggioranza che sostiene il Sindaco, che da un lato per solidarizzare con il Sindaco stesso andavano direttamente contro la Magistratura e dall'altro contro chiunque ( il sottoscritto ) osasse esprimere  opinioni che non fossero allineate alle loro e a quelle del Sindaco.
Più volte ho cercato di far capire, qualora fosse stato necessario, che l'accusa non veniva formulata da qualcuno di noi ma dalla Prefettura ( cioè da un Organismo dello Stato che ha il dovere di vigilare anche su queste problematiche ) e che noi stessi così come tutta la comunità, abbiamo saputo della notizia dai mezzi d'informazione ma abbiamo anche il compito e il dovere di esprimere il nostro parere. Ed io a ciò mi sono attenuto. Non ho espresso pareri sulla colpevolezza del Sindaco che ovviamente spetta ad Altri,  ma sull'aspetto politico della questione.
Infatti, a mio avviso, un cittadino non può fare il Sindaco di un comune se sulla sua testa pende un'accusa di rapporti economici finanziari con ambienti contigui alla criminalità organizzata o infiltrati da esponenti di spicco. E' per tale motivo che io ne ho chiesto le dimissioni che rappresenterebbero un gesto di responsabilità e di rispetto delle regole istituzionali e democratiche.
Ovviamente sarei felice se Pietro Di Liberto potesse dimostrare la sua estraneità alle accuse addebitategli dalla Prefettura di Palermo in quanto a nessuno credo debba essere impedita la possibilità della propria difesa. Ma ovviamente sarei altrettanto felice se Pietro Di Liberto e la Maggioranza che lo sostiene si rendessero conto che l'equilibrio democratico poggia sull'indipendenza del potere giuridico da quello politico e che la Magistratura deve fare rispettare, eventualmente sanzionando, quanto stabilito dal potere legislativo.
Infatti, il  compito di un cittadino responsabile e rispettoso delle Istituzioni democratiche è,  qualora venga  espresso l'ultimo grado di giudizio, di accettarne il contenuto e quindi trarne le opportune conseguenze.



                                                                                                              IL CONSIGLIERE COMUNALE PRC

                                                                                                              FRANCO LA BARBERA

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