BELMONTE VERSO IL COMPLEANNO (Terza Parte) - di Salvatore Migliore

Propongo alcuni passaggi del capitolo “Belmonte nella storia” del mio ultimo libro. Da questi contributi si vedrà come il nostro paese, considerato a torto marginale geograficamente e storicamente, è stato, invece, attivo nella costruzione della storia d’Italia. Spero, quindi, che quanto proposto sia non soltanto una opportunità per rimuovere un luogo comune, quello appunto della marginalità di cui sopra, ma una opportunità per conoscere meglio la storia di Belmonte.



Belmonte e i moti rivoluzionari del 1848

 Nel 1848 i Borboni ritornano in Sicilia. L’imponenza dei loro mezzi e del loro esercito ha ragione sulla resistenza dei siciliani.

  Il 7 maggio 1849 l’esercito, guidato da Carlo Filangieri, conquista la città di Palermo. Questo evento pone fine alla resistenza nell’intera isola. Svanisce così la speranza di uno stato indipendente.
  E’ in tale contesto che si scrive una pagina drammatica della storia di Belmonte. La notizia si rileva dagli archivi della nostra Parrocchia. Nelle pagine del registro di Battesimo di quell’anno si legge la cronaca di quanto successo nei giorni 7 e 8 Maggio 1849:

«Nell'ora 19 del pomeriggio, io economo, reverendo Padre ex Pro-vinciale Luigi Maria Furitano e il Rev. Patire Angelino Moltisanti, cappellano celebratario di questa Chiesa Miseremini (la Chiesa delle Anime Sante) confidando nel Signore, poiché per paura dei soldati tutto il popolo dì questo Comune era fuggito in montagna, siamo usciti ad offrire pace al Generale Pronio, affinchè entrasse in questo Comune; ed entrando con l'esercito, e, rendendo grazie a Dio nella Chiesa, io stesso li benedissi col SS. Sacramento. Ma il giorno 8 dello stesso mese, squadre Palermitane combatterono accanitamente contro i soldati nella montagna di Belmonte; Visto ciò, il Generale Pronio, nel pomeriggio dette ordine ai soldati di mettere il paese a sacco e fuoco, e così distrussero ogni ,cosa in questo Comune* eccetto la Chiesa Madre e la Chiesa Miseremini; lasciarono poche case. Allora io, vista questa distruzione,  uscii subito dalla Chiesa con l'Ostensorio col SS. Sacramento, benedissi l'esercito, e subito l'esercito respinse le squadre che combattevano, e vinse; e l'esercito rimase in questo comune 7 giorni, e dopo questi giorni entrò in pace nella città di Palermo; e io rimasi solo ad assistere il gregge del Signore in questa Chiesa Madre, come il Profeta Geremia, a piangere e consolare coloro che, dopo la partenza dei soldati, tornavano nelle angustie e nelle - necessità ».
Firmato: Rev. Padre Fra Luigi Maria Furitano
del Convento dì Gibilrossa
Economo Sacramentale


La cacciata dei borboni

Alla fine del 1852 in Sicilia il movimento dei liberali è particolarmente attivo a organizzare azioni per respingere i borboni.
 Il presidente del Comitato dei liberali, Vittoriano Lentini, richiesto di dare notizie ad un delegato mazziniano «intorno all’agitazione sicula, ai suoi mezzi, al suo procedimento» così risponde: “agitazione, nonostante l’oculata solerzia della polizia, procedeva regolarmente […] il desiderio della rivolta era generale in tutta l’Isola», anche se «difettavano all’attuazione di essa armi, denari, fucili e […] almeno 400 uomini, che potessero rianimare i patrioti e tenere a freno, occorrendo, i facinorosi».
Il 24 ottobre 1852, fu affisso  sui muri di Palermo un manifesto che annunziava l’imminente arrivo del re; i membri del Comitato risposero facendoli listare a sangue. Il regime reagì duramente facendo arrestare molti antiborbonici. L’agitazione, però, non rientrò.

  Una prima vera rivolta organizzata contro i borboni si ebbe a Milano. Il 19 febbraio 1853, al fine di preparare la rivolta anche nel palermitano, furono organizzati convegni nei comuni di Parco, di Belmonte, di Piana dei Greci, di Misilmeri, di Carini e di tutti quei paesi che fan cerchio a Palermo, ove si annidava una classe di persone sempre pronte all’insurrezione.


Belmonte e dintorni attraversati  dalla spedizione dei Mille

  La spedizione garibaldina in Sicilia costituisce uno dei momenti più significativi per la costruzione dell’Unità d’Italia. Ogni passaggio, quindi, che ne ha segnato il percorso, assume un rilievo importante per i luoghi che ne sono stati interessati.
  Valle di Fico, Chianetto (oggi Pianetto), Rebottone, Malanoce, Gibilrossa i territori, Partinico, Parco (oggi Altofonte), S. Cristina Gela, Piana dei Greci (oggi Piana degli Albanesi), Corleone, Marineo, Misilmeri i Comuni. Territori e Comuni, oltre che  geograficamente erano vicini a Mezzagno (oggi Belmonte Mezzagno) anche dal punto di vista socio-economico.  La maggior parte dei territori fa registrare una grossa presenza di belmontesi come proprietari o come acquirenti di prodotti agricoli (grano, paglia, fieno).

  Malanoce -Malanuci nei miei ricordi di ragazzo e di tanti altri belmontesi, si presenta come località dove molti belmontesi, subito dopo la guerra, si recavano per comprare paglia e fieno, ma anche per coltivare terreni a mezzadria.
  Pianetto – Chianetto, come si sa, quasi interamente di proprietà di belmontesi. Importanti, almeno una volta, i vigneti. Oggi parzialmente recuperati e reimpiantati dalla famiglia Marzotto con risvolti commerciali del vino di livello mondiale.
 Valle di fico registra una presenza, sia pur modesta, di proprietari belmontesi come coltivatori di frumento e come pastori.
Gibilrossa una piccola frazione, a 400 metri sul livello del mare, si trova tra il territorio di Belmonte Mezzagno, Misilmeri e Palermo. Nelle vicinanze vi è un punto di incontro fra i territori di Belmonte Mezzagno, Palermo, Misilmeri e Villabate.
  Il nome deriva dall’arabo “gebel ras” e vuole dire prima montagna o “principale montagna”.
  La località, oltre ad essere rinomata per  la sua posizione che consente una bellissima vista di Palermo, a cominciare dal verde degli agrumeti di Ciaculli e Giardini, è nota anche per essere stata il punto da cui i Mille con Garibaldi e Nino Bixio la mattina del 26 Maggio 1860     iniziarono la storica discesa verso la conquista di Palermo.
  A ricordare l’evento storico un obelisco imponente in una piccola spianata, a circa 500 metri dalla statale Belmonte -  Palermo.
I comuni prima ricordati, poi, sono stati sempre frequentati dai nostri concittadini per motivi commerciali o di lavoro.



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