Buh !!!
Una volta c’era un tale che lo chiamavano “Zittuti”, figlio
di “don Cacaredda” e nipote di zu’ Cosa e za’ Nostra. I nonni ai tempi della
mia giovinezza tiravano ancora le fila, sapevano indirizzarti, ti insegnavano a
“campare” … poi siamo diventati tutti un po' più “sperti” e abbiamo deciso di
farci da soli e lasciare i nonni al loro destino.
In tutte le case dei nonni in tempo di elezioni c’era il via
vai, chi poteva metteva sul piatto gli interessi della famiglia, poi c‘era “cu
i facia parrari” e li lasciava “cu mussu ruci” o chi “ ci carduliava quattru paroli”,
il “mondo” comunque girava attorno alla necessita di soddisfare interessi
collettivi anche se di nicchia e clientelari.
Il sistema è andato in cancrena e così abbiamo cestinato quel
modello arcaico e patriarcale alla ricerca infinità di nuova linfa vitale. Purtroppo,
tutto il tessuto sociale si è fritto, adesso è tutta una macchia. Vegetazione spontanea
cresce qua e là, prima o poi o secca o la si taglia. Ogni tanto cresce qualche “peri
i Piru” che porta un po' di ossigeno ma dura poco, il tempo che ci vuole
affinché non si risvegli dal letargo l’interesse collettivo che comincia a
remare contro “Peri i Piru”. Tutta la sterpaglia l’accerchia sino a coprirlo. “Peri
i Piru” scompare così alla vista della vegetazione del posto che non può che notare
le antiche rocce, immobili e impetuose che luccicano sotto i riflessi del sole.
Loro rimandano i raggi del sole su un nuovo “Peri i Cachì” che benedetto anche dal
Signore ergerà a Primo Albero della macchia. Poco tempo passa, “Peri i Cachì” si
ritrova addosso mezza montagna che l’aveva dapprima protetto, ma in lui c’è un
grande spirito di sopravvivenza e resiste…resiste sino a saldare le sue radici.
Chi sarà il prossimo? Un bel “Peri i Citrolu” tutto verde ?!
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