Case e terreni in un "forziere" Ma Avanti non evita la stangata
L'ex presidente della
Provincia aveva costituito assieme alla moglie separata un fondo
patrimoniale in cui aveva messo tutti i suoi beni. Motivazione
ufficiale: il futuro dei propri figli. Ma la Corte dei conti non ha
dubbi: "L'ha fatto per evitare il pignoramento". E sentenzia che il
fondo può essere aggredito.
di EMANUELE LAURIAPer non vedere pignorati i propri beni, Giovanni Avanti li aveva messi in un "forziere". Un fondo patrimoniale in cui l'ex presidente della Provincia di Palermo - in previsione di una pesante condanna da parte della Corte dei conti - aveva infilato tre appartamenti a Palermo, uno a Gratteri, altri tre a Belmonte Mezzagno, una villetta ad Altavilla Milicia. E ancora terreni, magazzini, box. Avanti si era cautelato per tempo: aveva costituito il fondo dopo l'atto di citazione da parte della magistratura contabile e prima della sentenza che, nel maggio scorso, lo ha condannato a pagare un milione di euro per una raffica di consulenze illegittime. Risultato: quando, dopo la sentenza, il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza ha avviato gli accertamenti sul patrimonio da aggredire, non ha trovato nulla. Avanti si era formalmente disfatto di tutto.
Ma la procura della stessa Corte dei conti non si è data per vinta. E ha chiesto di potere sbloccare quel fondo. Istanza accolta dalla sezione giurisdizionale, che con una decisione di venerdì scorso ha aperto il "forziere". Il comportamento di Avanti, ha stabilito la Corte, è stato doloso: "Ha agito con la consapevolezza di vanificare la sua garanzia patrimoniale, con evidente ostacolo all'azione esecutiva". In pratica, l'ex presidente della Provincia ha voluto raggirare il suo creditore, che poi è lo stesso ente che ha guidato per cinque anni. Adesso, se la condanna sarà confermata anche in secondo grado (l'udienza è attesa per marzo), per Avanti scatterà il pignoramento dei beni.
Non sono state ritenute credibili dai magistrati contabili le giustificazioni di Avanti, il quale aveva sostenuto che la costituzione del fondo nasceva da ragioni strettamente private e familiari, quali il futuro dei propri figli. Ma i giudici non hanno avuto dubbi: Avanti è voluto sfuggire all'esecuzione della condanna con consapevolezza perché c'è una "consequenzialità cronologica fra l'atto di citazione per un notevole importo e la costituzione del fondo" e perché "la convivenza da tempo solo formale fra i coniugi non aveva mai comportato la necessità di procedere alla stipula di un fondo patrimoniale". Infine, il fatto "di aver fatto confluire tutti i beni di proprietà nel fondo, con facoltà di alienarli senza consenso dell'altro coniuge ", dimostra per la Corte la volontà della frode. E la preoccupazione per il futuro dei figli?"L'obbligo di mantenimento dei figli discende direttamente dalla legge ", osservano con linguaggio tecnico i magistrati contabili. Come dire: in ogni caso, l'ex presidente - oggi a capo dell'Unione Province siciliane - deve badare alla propria prole. Con o senza il fondo contestato.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/02/18/news/case_e_terreni_in_un_forziere_ma_avanti_non_evita_la_stangata-78934456/
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