UN IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO COSTATO TRE MILIONI DI EURO A BISACQUINO CHIUSO DA CINQUE ANNI

Cinque anni fa, quando fu inaugurato, fu salutato come la panacea di tutti i mali. Da allora, però, l'impianto di compostaggio realizzato dall'Alto Belice Ambiente a Bisacquino, costato tre milioni di euro, non è mai entrato in funzione, prigioniero dello stallo provocato da una spesa tutto sommato irrisoria e da una società in crisi.
Mentre alla Regione si cerca una struttura che sostituisca la discarica di Siculiana, che fra qualche giorno esaurirà la propria capacità, alcuni dei Comuni che attualmente portano la propria immondizia nell'impianto del Gruppo Catanzaro e che alla fine della settimana potrebbero trovarsi in emergenza possiedono una struttura che rimane chiusa.
L'impianto ha una capacità di 6.500 tonnellate all'anno. Una capacità che non gli permetterebbe certo di risolvere il problema da solo, anche perché la discarica può accogliere solo la frazione umida, ma che potrebbe ridimensionare la crisi. Per attivarlo, però, serve una cifra che all'Ato stimano in 40-60 mila euro: soldi da investire per rimettere in sesto la struttura dopo cinque anni di inattività e che permetterebbe ai 17 Comuni che fanno parte dell'Ato di risparmiare una montagna di denaro.
Qui, però, si entra nello stallo. Qualche settimana fa, infatti, il tribunale di Palermo ha dichiarato insolvente l'Ato, che viaggia verso il fallimento e che adesso è guidata da un doppio vertice, composto dal liquidatore e dal commissario.

A monte, c'è un problema ancora più grave, alcuni degli stessi soci della società d'ambito, cioè i Comuni, si sono schierati contro l'attivazione dell'impianto.
E dire che il risparmio potenziale è evidente. Al momento i Comuni dell'Alto Belice Ambiente – Altofonte, Belmonte Mezzagno, Bisacquino, Campofiorito, Camporeale, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Corleone, Giuliana, Monreale, Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi, Prizzi, Roccamena, San Cipirello, San Giuseppe Jato e Santa Cristina Gela – portano la propria immondizia a Marsala a un costo di 2.300 euro a tonnellata.

A conti fatti, per risparmiare 60 mila euro, basterebbero 26 tonnellate di spazzatura. Qualche giorno. Eppure, alla vigilia dell'emergenza, l'impianto resta chiuso. E i tre milioni di fondi pubblici utilizzati per realizzare quello che nel 2010 è stato presentato come un gioiellino rischiano di finire, letteralmente, nell'immondizia.
Una delle tante storture del sistema dei rifiuti in Sicilia. Intanto la Regione pensa di spostare i rifiuti da Siculiana verso altre discariche fra cui quella di Sciacca. Ma dall'Ato saccense non giungono disponibiltà ad accogliere altra immondizia, visto che l'impianto di Salinella e quasi al colmo, dicono dall'Ato fino a febbraio, poi se la Regione non dovesse dare l'autorizzazione alle nuove discariche, che sono in itinere, anche qui potrebebro sorgere dei problemi
www.teleradiosciacca.it/news.aspx?news=22184

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