'Liberiamo i Comuni dal patto di stupidita'
MILANO - I sindaci sono pronti a dare le dimissioni in massa se la legge di stabilità non cambierà. Una delegazione dell'Associazione dei Comuni, lo ha detto oggi al ministro dei Rapporti con il Parlamento Giarda, in un faccia a faccia alla Prefettura di Milano.
'Liberiamo i Comuni dal patto di stupidita', scriviamo un nuovo patto per la crescita': è lo striscione che apre il corteo dei sindaci che si sta svolgendo a Milano. A tenerlo camminano a fianco i sindaci di centrodestra e di centrosinistra, da quello di Milano Giuliano Pisapia, a quello di Roma Gianni Alemanno, a quello di Torino, Piero Fassino, a quello di Venezia Giorgio Orsoni. I circa 500 sindaci con la fascia tricolore sono partiti da piazza S.Maria delle Grazie e si stanno dirigendo in piazza della Scala. Alla manifestazione è presente anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, del Movimento 5 Stelle, e prima della partenza ha portato un saluto anche il candidato presidente della Lombardia Umberto Ambrosoli. 'Il territorio non e' un costo ma una risorsà, 'I sindaci lombardi vogliono garantire opere pubbliche e servizi', sono alcuni degli striscioni che portano. 'Salviamo i Comuni, salviamo l'Italià, recita lo striscione portato da alcuni sindaci donne.
PROVINCE, IL TAR DECIDERA' SUL RIORDINO PRIMA DELLE ELEZIONI - Il tar del Lazio deciderà sulla costituzionalità delle norme di riordino delle province prima delle elezioni politiche. La decisione è stata presa oggi in seguito ad un ricorso della provincia di Avellino. Chiamato per la prima volta a pronunciarsi sul decreto legge di riordino delle province, il Tar si e' riservato la decisione dopo la conversione in legge del decreto stesso. Su richiesta del legale della provincia di Avellino, Giancarlo Viglione, che ha proposto il ricorso, il Tar, tuttavia, ha assicurato che si pronuncera' prima della data delle elezioni politiche, valutando eventuali profili di incostituzionalita' della legge di riordino per affidarne l'esame alla Corte Costituzionale.
La provincia di Avellino contesta per un verso la costituzionalita' delle nuove norme per altro verso la designazione di Benevento quale capoluogo della nuova provincia, nonostante la stessa provincia di Benevento sia stata soppressa non avendo i requisiti previsti per la sua sopravvivenza.
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