Per capire il Patto di Stabilità...
Purtroppo è triste constatare che i Comuni sono più penalizzati dalle regole del governo europero e nazionale primo fra tutti il patto di stabilità che subiamo gia da qualche anno. Regole e norme che "appiattiscono" una giusta gestione della politica sociale più vicina al cittadino; quella dei Comuni. Anche Belmonte Mezzagno ha questo problema.
Oggi concentriamoci, (noi semplici cittadini ) ad approfondire il tema del "Patto di stabilità" per cercare di capire in modo semplice questa Norma che sta soffocando i Comuni ......
... di seguito una piccola spiegazione sotto forma di FAQ che un gruppo di ragazzi del Comune di Manfredonia ha scritto in un volantino.
IL COMUNE FA POCO? COLPA DEL PATTO DI STABILITÀ!
Molti di voi si stanno chiedendo : “Perché il Comune non asfalta alcune strade? E perché non si fanno più sfalci d’erba nei parchi? E ancora: “Perché non si realizza ancora quel marciapiede di cui anche il Sindaco ci aveva fatto vedere il progetto?”.Qualcuno di voi potrebbe pensare che questo accade perché il nostro Comune non ha più soldi per farlo.
Non è così e voglio spiegarvelo.
Perché è giusto che, sulla base del principio di trasparenza i cittadinii sappiano cos’è che ci impedisce di fare tante di queste cose. Gran parte della colpa di questa limitata azione del Comune è dovuta al PATTO DI STABILITA’ INTERNO.
CHE COS’E’ IL PATTO DI STABILITA’ INTERNO?
E’ l’accordo che lo Stato Italiano ha assunto con gli altri Stati Europei, in sedecomunitaria, in base al quale anche i Comuni devono contribuire alla riduzione del debito pubblico nazionale, osservando, di anno in anno, regole sempre piùrestrittive. Regole che mettono in difficoltà gli stessi Comuni nella realizzazionedella programmata attività a favore della cittadinanza.
E PERCHE’ IL PATTO DI STABILITA’ BLOCCA IL COMUNE?
Il Patto di stabilità, in sostanza, impone un limite tassativo nei pagamenti, soprattutto per quanto riguarda i lavori pubblici. Per l’anno 2010 tale limite e’ deltutto inadeguato per noi, tenuto conto dei lavori da pagare, già finanziati ed appaltati prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni e taluni persino conclusi. E il Governo, nonostante le richieste di tutti i Sindaci italiani, non ha voluto considerare gli impegni contrattuali già assunti dai comuni negli anni 2009/2010. Oggi Il nostro Comune, paradossalmente, ha i soldi per finanziare nuove opere, ma di fatto, non può farle eseguire in quanto, successivamente, non potrebbe pagarle per rispettare quel limite dettato dal patto di stabilità.
Questo sistema restringe l’autonomia del Comune impedendogli sia di realizzare nuove opere pubbliche, sia di effettuare quei sacrosanti interventi di manutenzione straordinaria che le infrastrutture richiedono in maniera sempre più urgente. Specialmente quest’anno nel quale abbiamo subito un inverno straordinariamente piovoso che ha devastato gran parte della viabilità del territorio.
COSA SUCCEDEREBBE AL COMUNE E, DI RIFLESSO AI CITTADINI, SE NON RISPETTASSIMO IL PATTO DI STABILITA’?
Se non rispettassimo il patto di stabilità incorreremmo in una serie di sanzioni molto pesanti, fra le quali: riduzione dei trasferimenti ordinari dovuti dal Ministero al Comune (cioè soldi che lo Stato versa al Comune annualmente). Una conseguente forte riduzione delle spese correnti. Nell’anno 2011, in caso di mancato rispetto del patto, il Comune dovrà azzerare le spese per le manutenzioni ordinarie (strade, verde pubblico, ecc.) e ridurre drasticamente l’erogazione dei servizi assistenziali o il sostegno a tante iniziative associative. Il divieto di assunzione di personale a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia di contratto o la risoluzione di alcuni contratti in essere che comporterebbe un pesantissimo rallentamento dell’attività amministrativa anche in termini di risposte alle legittime istanze dei cittadini. Il divieto di ricorre all’assunzione di qualsiasi mutuo per la realizzazione di nuove opere pubbliche (strade, scuole, marciapiedi, ecc.).
E COSA POTREMMO FARE INVECE SE SI ALLENTASSERO I VINCOLI DI QUESTO PATTO?
Il Comune potrebbe innanzitutto: Accogliere, più prontamente di quanto riusciamo a fare ora, le richieste che ogni giorno il cittadino rivolge all’Amministrazione anche per esigenze conseguenti all’attuale crisi economica; potenziare i servizi socio-assistenziali utilizzando interamente l’avanzo di amministrazione oggi escluso dal computo per la determinazione del limite sopra detto; effettuare il pagamento di tutti i lavori commissionati prima dell’entrata in vigore dei nuovi limiti imposti dal Governo, risollevando le sorti di molte piccole aziende artigianali e commerciali locali e contribuendo fattivamente alla ripresa dell’economia locale. Effettuare lavori e manutenzioni del territorio amministrato dando nuove opportunità di lavoro in città.
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