Libero mercato e rottamazione: la stessa cosa


L'illusione dell'approccio scientifico-razionale all'economia (economiaitaliana.it)

La difficoltà grandissima a capire l'economia, per lo più deriva soprattutto dal linguaggio tecnico usato; dalla onnipervasività dell'economia nella vita fisica, giuridica, culturale dell'uomo moderno; dall'aridità dello strumento statistico; dall'antipatia e impazienza di chi ci si avvicina; dall'incommensurabilità delle cifre che spiazzano le Persone normali, ma anche professoroni e fior di economisti. Nelle alte sfere iperuraniche dei cosiddetti "derivati" OTC si discetta eruditamente se parlare di trillions o di billions a proposito dei circa 600.000 miliardi (!) di dollari di derivati OTC in circolazione a fine 2010 (fonte Banca dei Regolamenti Internazionali). 
E poiché si danno letteralmente i numeri, il circa è obbligatorio.
 
OTC è un acrostico di tre lettere che sta per Over-The-Counter, un glifo esoterico per indicare prodotti della ‘creatività' finanziaria trattati "sottobanco", in maniera opaca non trasparente, fuori portata dalla vista di chiunque e sottratti a qualsiasi controllo.
Se da una parte però c'è la certezza, matematica anch'essa, che non più dello 0,01% della popolazione mondiale possa dire di avere dimestichezza con queste cifre iperboliche; dall'altra c'è la totale incertezza che queste cifre siano reali, tanto che se ne stima il valore... teorico. 

Anche perché i produttori di questo vero e proprio albero degli zecchini virtuali d'oro 10 volte più grande del P.I.L. mondiale nominale - le grintosissime Banche Internazionali angloamericane tra cui spiccano per la vivacità nelle emissioni JP Morgan, Citibank, Bank of America, Goldman Sachs ed Hsbc, che ne hanno tratto buona parte degli oltre 19 miliardi di utili dichiarati nel 2010 - non brillano certo per trasparenza e volontà di sottoporsi al controllo della comunità mondiale. Tutt'altro.
 
Il loro reale obiettivo [lo si riconosce da quello che fanno quotidianamente con la speculazione selvaggia] è esattamente il contrario: sottoporre la comunità mondiale al loro controllo... grazie al feroce monopolio della moneta reale e virtuale.
Vedete perciò come (con la ragione, la matematica e la statistica) la scienza economica al servizio dei poteri finanziari mondiali cerca di controllare l'economia: ma tutto ciò, nel concreto, si rivela una pia illusione. Le cifre dichiarate sono ipotetiche, come approssimativi tra debito implicito e debito esplicito sono i bilanci degli Stati: perciò, qui ci perdonerà l'osannato Rigor Montis bocconiano, anche il millantato controllo dell'economia mondiale è ipotetico e approssimativo. Il che spiega i litigi tra i "potenti" e il caos attuale.
Perciò quando le Banche Internazionali ci scagliano contro l'anatema che o le si salva dal disastro o tutta l'economia mondiale ne sarà disastrata... in realtà ciò non è vero: è solo un quarto di verità, di cui si approfittano biecamente gli Oligarchi-finanziari al potere per terrorizzare noi ignoranti.
Certamente, l'emissione di 600.000 miliardi di derivati a fronte di un PIL mondiale nominale di circa 62.911 miliardi di dollari (fonte Fondo Monetario Internazionale) è davvero un disastro dal punto di vista dell'economia reale. Ma in caso di mancata copertura da parte degli Stati, ci sarà solo l'inizio di un nuovo riequilibrio per le popolazioni del Pianeta, mentre sarà disastrato soltanto il giochino d'azzardo "sottobanco" OTC delle Banche-dottor Jekyll e mister Hide-Internazionali.
Giochino d'azzardo per ora creatore di utili nel breve tempo per le Banche emittenti, è indubbio, madagli effetti collaterali tossici nel medio-lungo periodo per chi si deve indebitare per ripagarli: gli Stati, le Imprese, le Pubbliche Amministrazioni, le Famiglie, i Singoli Individui.

Se per Prodotto Interno Lordo (P.I.L.) si intende il valore di tutti i prodotti finiti e servizi forniti nello Stato in un dato anno, e per "nominale" si intende che le stime si basano sui valori di mercato correnti, convertiti al dollaro statunitense al tasso di cambio ufficiale (che varia ogni decimo di secondo)... quello che ci interessa notare nei derivati è proprio come, nel piccolo e nel grande, lo schema destabilizzante del ‘libero mercato' si riproponga archetipicamente identico a sé anche nel singolo prodotto finanziario. Sempre deleterio per chi lo subisce, ovvero il Singolo Individuo espulso alla periferia del sistema malato, e viceversa sempre vantaggiosissimo per i gruppi organizzati dominanti che lo gestiscono liberamente... Appunto: al di fuori di qualsiasi equilibrato controllo. 
Nel pensiero che si abbevera, spesso senza avvedersene, alle logiche del sistema malato attuale - la monodimensione sociale "prevalente" - l'economia (il Mercato) è sempre vista in deciso antagonismo con le altre due dimensioni sociali: la politica (lo Stato) e la cultura (la Scuola).
In questa dinamica ferocemente competitiva, infatti, gli attuali derivati tossici ammazza-Stati si sono resi possibili solo da quando la dimensione economica è diventata la forma malata "dominante" del sistema sociale monodimensionale, e contemporaneamente si è avuta l'egemonica affermazione culturale-dogmatica del "libero" Mercato sull'altrettanto malata ideologia politica del Mercato "assistito" e, purtroppo anche, sulla sana ed equilibrata concretezza economica del Mercato "fraterno".
Prima degli anni '90 del secolo scorso, infatti, questi strumenti di tortura finanziari dell'economia reale non erano affatto considerati una meravigliosa arma strategica per speculare, piuttosto erano visti come un docile strumento utile ad abbattere ad esempio il rischio di cambio nelle transazioni internazionali.
Come arma di distrazione di massa per la speculazione, invece, i derivati hanno un andamento specifico tra un "prima" entusiasmante e un "dopo" depressivo: nei primi anni apportano benefici immediati ai sottoscrittori, mentre negli anni successivi gli effetti collaterali, devastanti per gli sventurati, fanno ritornare indietro letteralmente "con gli interessi" ben più di quanto anticipatamente erogato. 
La differenza tra questo prima "sottilmente" vantaggioso e il dopo "largamente" svantaggioso per i sottoscrittori è il guadagno delle Banche Internazionali che, come il banco ai Casinò di Las Vegas, vincono sempre.

Attenzione però: nella monodimensione economica "prevalente" come ci insegna la favola di Cappuccetto Rosso applicata al sociale si verifica l'effetto collaterale negativo che il potere del denaro ‘sbrana' il potere politico piazzando i propri uomini d'oro ai vertici di tutte le Istituzioni - se ne veda ora l'esempio eclatante nell'Eurozona e nei Paesi aderenti: Grecia, Spagna, Italia... ma anche Francia e Germania - e poi inghiotte il potere culturale assoldando professori ed economisti, tutti allineati e coperti su una teoria monetaria farlocca che vede solo "una" delle tre qualità del denaro: solo quella legata all'elemento giuridico del prestito. Mentre nella realtà economica non sognata né strumentalizzata anche la moneta, come la reale Società umana, dal punto di vista qualitativo è sempre... tridimensionale.  

Gli Oligarchi del potere finanziario mondiale, invece, di fatto oggi gestiscono il monopolio della comprensione "quantitativa" e unilaterale della "qualità" monetario-giuridica del "danaro di prestito": che dal punto di vista sociale tridimensionale è il riflesso della dimensione sociale giuridica nella moneta. Questa visione esclusivistica e millenaristica del "danaro di prestito" come unico e solo mezzo di scambio economico ne ha distorto l'uso. Tanto che oggi la moneta non è creata a partire dalla produzione e circolazione della ricchezza nella comunità umana, bensì a partire... dall'indebitamento! Più moneta circola più debito circola, meno debito si vuol realizzare meno moneta deve circolare. In entrambi casi, con la moneta che parte dall'indebitamento, il risultato tridimensionale sociale inevitabile è solo questo: più schiavitù economica, meno diritti politici, meno autonomie culturali per tutti.

Forti del monopolio di fabbricare la moneta, all'interno della dimensione sociale economica le Banche Internazionali private da una parte scippano alle Imprese il controllo della "qualità" monetario-economica del "danaro d'acquisto", che è il riflesso della dimensione sociale economica nella moneta, inglobandola nel "danaro di prestito" e determinando così l'impotenza delle Imprese (piccole, medie, grandi; agricole, artigianali, industriali)... salvo si leghino mani e piedi al carro delle Banche Internazionali/nazionali emettitrici. Mentre dall'altra parte i nostri soccorrevoli ‘barisociali' mondiali sottraggono ai Singoli Individui la conoscenza dei benefici effetti economici della "qualità" monetario-culturale del "danaro di dono", occultandola sotto il tappeto indiretto e ossessivo dell'iper-tassazione statale: che in realtà è una donazione obbligata... per legge. 

E proprio dal non aver messo a fuoco questa terza qualità del "danaro di dono", quale riflesso della sola dimensione sociale culturale nella moneta, deriva l'angoscia e la precarietà attuale dei Singoli Individui: specialmente di quelli estranei tanto alle mafie politiche quanto a quelle finanziarie (il solito 99%)... Inevitabile, l'angoscia e la precarietà, a meno che i Singoli Individui non si decidano dal basso a far "camminare" tra loro la solidarietà reciproca. E a mio parere è questa, adesso, la più matura chiave di volta per portare concretamente alla luce, sul territorio italiano ma non solo, un nuovo paradigma di Mercato: il Mercato fraterno. Il quale non è fatto di squilibrati rapporti monopolistici (da uno a molti) come avviene nell'attuale sistema economico malato del libero Mercato - né di squilibrati rapporti giuridico-politici (sempre da uno a molti) come avverrebbe nel Mercato assistito statale - bensì di equilibrati rapporti solidali (da molti a molti) tra le Persone e le reti di Persone.

Mercato fraterno che in senso eminentemente tridimensionale sociale privilegia:
a) il conferimento in rete delle capacità umane e dei mezzi utili alla solidale circolazione dei beni e dei servizi; 
b) l'associarsi di queste reti tra loro (da molti a molti) attraverso nuove forme relazionali solidali;
c) la presa di coscienza culturale da parte dei Singoli individui di essere il centrale perno equilibratore dell'economia e pertanto della necessità di un diverso approccio ad essa: mai più ossessivamente consumistico e legato al solo profitto, meno predatorio e più rispettoso dell'ambiente, della comunità e dell'uomo stesso.
Tridimensionalità che è già stata validamente sintetizzata, ad esempio, in un mezzo economico di scambio non monetario, giuridicamente legale e culturalmente etico: lo SCEC. 

Poiché però ora imperversa nel mondo il dogmatico libero Mercato, in cui il mezzo di scambio monetario ora si crea a partire dall'indebitamento, chiediamoci piuttosto: «A chi giova in realtà l'esasperata utilizzazione quantitativa del "denaro di prestito"?». 
Giova solo alle Banche Internazionali private emittenti, mentre fa disperare il 99% dei Singoli Individui delle Popolazioni mondiali, ma anche gli Stati ex-sovrani schiavizzati da un debito matematicamente impagabile. Eterno da questo razionale punto di vista: salvo la sua improbabile remissione volontaria unilaterale da parte dei bramosi Oligarchi-vampiri finanziari. 
Tanto che la Gran Bretagna ["casualmente" patria creativa dei derivati tossici, ma anche la migliore giocatrice al tavolo tarocco dell'attuale gioco sociale mondiale] per cautelarsi già dagli anni '90 del secolo scorso ne ha vietato per legge la sottoscrizione alle proprie Amministrazioni pubbliche! 

Avendo chiaro il quadro complessivo, osserviamo adesso la progressione geometrica di questo strumento finanziario di "distrazione di massa" a partire da quando, nel 1998, è già stato acquisito da tempo come investimento estremamente redditizio per gli "scommettitori" che frequentano entusiasti il Casinò finanziario dell'allegra speculazione mondiale. Quando ancora la sua curva annuale di crescita è reltivamente bassa: sono già 81.000 miliardi di $, pari al 125% del P.I.L. nominale mondiale: all'epoca circa 64.800 miliardi di $. Ebbene, in neppure 10 anni il quadro di riferimento cambia drasticamente. Tre anni dopo infatti sono 111.000 mld di $ (+37%), poi la curva della crescita si impenna di più e tre anni dopo la cifra di derivati in circolazione è quasi quadruplicata (intorno ai 400.000 mld di $). Tuttavia nell'anno dopo ancora, nel solo 2005, l'incremento è di 181.000 mld di $ raggiungendo lo stratosferico tetto dei 600.000 mld di $ di derivati

Un'altalena che da quel momento si è all'incirca posizionata su questa quota (614.000 mld di $ nel 2009; 601.000 mld di $ nel 2010). Diciamo che la bolla dei derivati tossici è matura per scoppiare. Se non fossero trattati "sottobanco" (Over-The-Counter), e sottratti a qualsiasi controllo che non sia quello gelosissimo (!) delle stesse Banche emittenti, ne saremmo stati già travolti molto più dolorosamente.Normale che, di fronte a tale scenario apocalittico, gli Stati sovrani [ma lo sono ancora, secondo voi?]si guardino bene dall'intervenire nella regolamentazione di questo verminaio e siano stati tremendamente felici che Mario Draghi, nella sua posizione di massimo regolatore dei mercati finanziari quale Presidente del Financial Stability Board, a suo tempo abbia... "non fatto" e "non deciso" nulla in proposito.
Per capire, però, dobbiamo pazientemente farci un'immagine di quanto è accaduto, e in particolare della "curva di crescita" della peste finanziaria dei derivati tossici.
 
Immaginiamo allora insieme la rampa di lancio di una Montagna russa e ne avremo chiaro l'andamento. E qui, vigendo come base operativa il dogmatico regime del ‘libero mercato', ci sono due interessanti osservazioni da fare:
a) l'andamento a montagna russa della curva dei derivati è la stessa identica curva a crescita esponenziale dell'indebitamento progressivo degli Stati mondiali (esclusi gli Usa) dal 1955 ad oggi.
 
Prima, lo vediamo dal grafico, la curva sale impercettibilmente quasi parallela al suolo per 20 anni (1975), poi il dislivello cresce nei successivi 20 anni (1995), ma da questo momento in poi la sua progressione è strabiliante, come nelle montagne russe appunto, e in soli 10 anni (2005) si è quasi raggiunto il picco
Combinazione! Nel 2005 la curva dei derivati tossici ha avuto lo stesso andamento di crescita esponenziale: in quell'anno la crescita della curva è stata record, con i 181.000 mld di $ messi in circolazione.
b) questa curva esponenziale è la stessa identica curva del "benessere promesso" dal ‘libero mercato' stesso quando investe "il lavoro" richiesto alla produzione di beni e servizi. Inizialmente infatti con poco lavoro e impegno si fanno tantissimi soldi (ad esempio nell'Italia del dopoguerra). Tutti sono felici, con la casa piena di elettrodomestici. E anche le Banche, dato che per ogni dollaro prestato ne ricavano 4. 
Poi però, alla fine del ciclo - siamo esattamente al giorno d'oggi - il lavoro richiesto ha un'impennata esponenziale. Tutti adesso sono infelici perché occorre tantissimo lavoro per pochissime soddisfazioni finanziarie e, paradossalmente, il lavoro costa così tanto in proporzione che non conviene assumere: così sta galoppando la disoccupazione. Anche le banche però sono infelici per questa economia malata: uno dei motivi per cui non prestano più volentieri denaro è che in questo momento per ogni euro prestato ne ricavano solo una frazione, che decresce ogni giorno che passa. E inoltre non si fidano più l'una dell'altra.
Tuttavia noi Singoli Individui, per dominare questo fenomeno - senza dover essere dei fenomenali economisti [che peraltro il fenomeno non lo dominano affatto, ma lo subiscono come noi e ne riconoscono la realtà solo a posteriori (!) dopo lo studio delle statistiche] - abbiamo bisogno di immagini chiare e semplici. E una cara amica, Lisa, ce ne ha suggerita una comprensibilissima da parte di chiunque.
 
Se infatti adesso andiamo a vedere, fuori dall'economia, ciò che in natura ha lo stesso andamento esponenziale della curva a montagna russa del debito pubblico e dei derivati... siamo portati a riconoscerlo nella malattia tumorale. Prima, per lungo tempo, alligna senza farsene accorgere poi, improvvisamente, ecco l'impennata esponenziale e il moltiplicarsi senza limiti delle cellule infette. Ma è troppo tardi: quando ce ne accorgiamo siamo già in cima, sul picco dell'infestazione, a un passo dalla morte. Viceversa: in natura come si caratterizza graficamente una crescita sana?
Ce lo spiega sempre Lisa. Se ribaltiamo simmetricamente la montagna russa, ossia la curva esponenziale del debito pubblico degli Stati e dei derivati tossici, in modo che la crescita velocissima avvenga sùbito nei primissimi 20 anni, ma la parte parallela al suolo si dipani tranquillamente nei successivi 40/50 anni... a cosa ci troviamo di fronte, adesso?
 
Ci troviamo di fronte alla curva esponenziale della normale crescita sana degli organismi: la naturale curva dello sviluppo del germe che nel tempo diventa pianta, animale, uomo.
Ora, come la natura tende all'equilibrio e alla compartecipazione funzionale e qualitativa, anche l'economia tenderebbe all'equilibrio e alla compartecipazione se, nella monodimensione malata "prevalente", non ci fossero quei furbacchioni del Gatto di Wall Street e della Volpe della City che egoisticamente vogliono tutto il mondo per sé.
Ecco all'ora che l'andamento illusorio del ‘libero mercato' che millanta di poter realizzare la felicità del maggior numero di uomini nel tempo (nei 50-70 anni successivi) diventa verificabile anche da noi: Singoli individui allergici alla matematica allucinatoria delle statistiche economiche. 
Anche nel ‘libero mercato' la dinamica si caratterizza nel bellissimo "prima" e nel problematicissimo "dopo": inizialmente è sviluppo e benessere che tutto dà; ma successivamente è una contrazione depressiva che tutto toglie: e di norma assai più di quello che ha dato!
La dinamica del ‘libero mercato', l'anticipazione del benessere e quanto di tragico ne segue poi sempre a vantaggio delle Banche Internazionali, è perciò paragonabile a quanto accade quando lo Stato sovvenziona generosamente il mercato con la... "rottamazione".
 
Sappiamo infatti che con quel termine i produttori d'auto, ad esempio, si avvantaggiano di un incentivo statale che consente al loro cliente di sostituire macchine vecchie con macchine nuove. L'operazione fa sùbito contenti tutti: chi vorrebbe comprare l'auto nei 3-5 anni successivi anticipa la propria decisione d'acquisto, mentre il produttore d'auto ringrazia, e fa pure in modo che i vari Governi possano continuare a sostenere la rottamazione anche negli anni successivi. Appena però l'iniziativa si interrompe, appena si cessa di drogare il mercato incentivandone l'anticipazione, quest'ultimo si riequilibra: per lunghissimo tempo la gente non compra più e per il produttore sono tempi grami. Lo vediamo adesso nel mercato italiano dove i cali sono da brivido e i concessionari ogni giorno rottamano... le loro lacrime.
Al di là delle pseudo-differenze ideologiche il ‘libero mercato' privato segue le stesse leggi della "rottamazione" pubblica e possiamo allargare il nostro sguardo sulle conseguenze di tutto questo nell'odierno sistema malato monodimensionale caratterizzato dalla "prevalenza" della dimensione economica sulle soggiogate dimensioni politica e culturale. Anche gli Stati (dimensione politica) prima devono stare benissimo con i prestiti a pioggia e poi devono essere opportunamente rottamati a colpi di rimborso di interessi. Pensate ieri all'Argentina in Sud America o agli attuali Stati dell'Eurozona in Europa. Ma anche le Persone (dimensione culturale) devono prima stare benissimo sfogliando i ricchi cataloghi degli Ipermercati e poi essere anch'esse utilmente rottamate assieme alle loro pensioni.
Ovunque possiamo volgere lo sguardo c'è sempre, così come nei derivati tossici e nel debito pubblico, un "prima" che è un'illusoria anticipazione di benessere meravigliosa per tutti e un "dopo" purtroppo più tragico e reale in cui sull'altare del fantasmagorico ‘libero mercato' vengono rottamati tutti.
 


Mi correggo. Quasi tutti: con l'esclusione dei soliti ‘bari sociali' mondiali, internazionali, nazionali e localiche riescono a massimizzare i propri utili col privatizzare i profitti e col socializzare le perdite sugli altri interlocutori della filiera monetaria. Parliamo allora di Stati, Imprese, Famiglie e Singoli Individui: i soggetti passivi di  quel debito infinito che si origina dall'idolatrìa culturale ossessionata dal "danaro di prestito" e che si concretizza nella distorta creazione della moneta a partire dall'indebitamento.
Nella Società tridimensionale equilibrata e sana invece, dove nella dimensione economica vige il Mercato fraterno e si rispetta la triplice qualità del danaro (di scambio, di prestito, di dono) con le relative dinamiche, è soltanto ed esclusivamente l'illusorio e allucinatorio ‘libero mercato' - in realtà libero e bello solamente per le Banche internazionali private e le Multinazionali monopoliste ad esse collegate - a dover essere finalmente... rottamato.

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