Il bene comune? Ma che cos'è? - di Filippo Ales

In questo momento parlare di bene comune in Italia non è certo nè facile, né semplice; cercheremo di spiegare il perché. Stiamo vivendo uno dei momenti più brutti, e forse anche tragici, della nostra storia, per episodi di cui veniamo a conoscenza in diretta dai media, come se stessimo leggendo un romanzo a puntate ed aspettassimo il giorno dopo di leggere l'’ultima novità, sperando tanto che arrivi la fine.
Abbiamo un governo  che non si rende conto di cosa fa la gente, di come vive e non mette al centro della sua azione politica l’interesse alla persona umana, ma spesso fa gli interessi delle banche e degli  istituti di credito, mentre la povera gente o i piccoli imprenditori si tolgono la vita per mancanza di lavoro o di credito.  Ed è così che i ricchi diventano sempre più ricchi, mentre i poveri sempre più poveri. Chi può rubare continua a farlo, ed il termometro è dato dalle aste dove i titoli di stato vanno sempre a gonfie vele, mentre sulle nostre spalle (bambini e neonati compresi) aumenta il debito pubblico.
Pare che ogni persona abbia nei confronti dello Stato circa 40.000 euro di debito. Con la differenza che noi non potremmo pagare mai la nostra quota di debito, che anzi aumenterà, mentre i cosiddetti ricchi, ossia i deputati, i manager di stato, i banchieri, gli industriali hanno le risorse messe al sicuro nelle isole “barbados ”(si fa per dire…) dove guadagnano interessi su interessi e non pagano le tasse che spetterebbero loro nel paese dove hanno fatto questi guadagni.
E così le banche ottengono agevolazioni, in mille modi diversi compresa l’'esenzione dal pagamento dell'’IMU, mentre cresce l’'evasione fiscale ed i capitali trovano strade più comode per sfuggire alle tasse (i cosiddetti paradisi fiscali) e non si fanno gli accordi con i governi di questi stati per colpire gli speculatori, che altri governi, più sensibili del nostro, hanno fatto. E se per caso ci fermassimo un attimo sulla raccolta delle tasse, ci accorgiamo che vengono costituite società ad “hoc”, alle quali viene riconosciuto una percentuale sul riscosso, che va dal 15 al 40%, per l'’esazione dei tributi. Ed è di pochi giorni fa la notizia che sono sparite dalle casse di circa 400 Comuni oltre 100 milioni di euro versate per tasse IMU e TARSU, da parte di un concessionario che comprava aerei, yacht, viaggi e dare regalie varie… per fortuna è stato arrestato! E gli altri?
Stendiamo un velo pietoso sugli emolumenti dei parlamentari regionali siciliani ai quali spetta uno stipendio di oltre 17.000 euro, che può arrivare anche a 20.000, se il deputato in questione, è  presidente di commissione (avete letto bene 20.000 euro al mese!). I loro stipendi e quelli dei funzionari ed impiegati dell’'Assemblea Regionale sono equiparati a quelli del Senato della Repubblica. Stiano attenti però, che è cominciata una campagna di stampa per toglierci lo Statuto e con esso l'’Autonomia Speciale!.
Pensavamo, noi cattolici, alla Chiesa come bene comune per eccellenza, ma gli scandali, i riciclaggi che avvengono nelle banche vaticane (vedi IOR e gli scandali dell’allora card.Marcinkus), le ruberie che avvengono anche nelle stanze del Papa, gli sfarzi dei Cardinali  e degli alti prelati che vediamo circolare in Vaticano,  in quella che dovrebbe essere la casa di Cristo, la casa dei poveri, ci fanno capire quanto ancora sia lontano il tempo. Ci vorrebbe almeno un altro Concilio
Oggi è in gioco anche il futuro della nazione: “in Grecia il default trova origine nelle condotte degli stessi greci, che hanno i nostri medesimi vizi”. A dirlo è il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, durante un convegno organizzato dall'ordine degli avvocati su mafia e appalti, affrontando il tema della corruzione in Italia. “Siamo di fronte ad un appuntamento non prorogabile - ha sottolineato il magistrato - o diventiamo Europa, sollevandoci di fronte ai vizi nazionali e alle culture collusive predominanti, oppure anche noi saremo vittime dei nostri vizi e proseguiremo sulla strada del declino”.Secondo il Magistrato di Caltanissetta, “e' sconfortante la rimozione culturale e l'impotenza reattiva del Paese di fronte alla gravita' della situazione” . Ed in questa situazione, la nostra classe politica, che ha l’obbligo di pensare al “bene comune” a cosa pensa?, che fa?.

Belmonte Mezzagno, 7. ottobre. 2012                                                                                                                                                                                                                   Filippo Ales

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