Dal significato di responsabilità al nostro essere Chiesa
Stimolato dalle utili e interessanti lettere tra Gianni e Don Ugo rifletto sul significato di “responsabilità” di seguito vi lascio la mia riflessione.
Facendo seguito a “Wikipedia” trovo che il termine responsabilità deriva dal latino respònsus, participio passato del verbo respòndere, cioè rispondere , in un significato filosofico generale, impegnarsi a rispondere, a qualcuno o a se stessi, delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano.
Essere responsabili significa, quindi, essere capaci di dar risposte a qualcuno o anche a se stessi. Un medico, ad esempio, è responsabile quando a seguito di un controllo sa dare una risposta e quindi la cura. Vi immaginate che cosa assurda se dopo una visita valla domanda: << dottore cosa ho ? >> lui vi risponda : << non so, non capisco . >> .
Io provo ad essere cristiano tutto il giorno e come tanti altri a Belmonte, nella vita di tutti giorni devo essere pronto a dare delle risposte, in famiglia al lavoro ma soprattutto a me stesso. Attività interiore non sempre facile perché bombardata dai rumori esterni del nostro tempo che limitano lo spazio per una sana riflessione personale.
Alla luce di ciò mi sento di dire che la “responsabilità’” della chiesa nella persona di un sacerdote è sicuramente cosa più ardua di altre perché chiamato ogni giorno a dare risposte a se stesso, come tutti gli uomini, ma anche ad affrontare casi esistenziali di tanta gente.
La comunità di Belmonte sta vivendo nel suo piccolo, quello che tutto il mondo sta attraversando; una devastante crisi economica, una continua perdita di valori, d’identità e fiducia in se stessi.
Cosa ha veramente bisogno questa società se non una riscoperta del proprio essere ? Più concretamente come fare? Cosa fare ?
Per capirlo forse ci può aiutare addentrarci analizzando l’uomo come “individuo politico e sociale”.
Ogni uomo ha tre aree di miglioramento che si possono suddividere in tre parole; essere , saper essere e saper fare. Specifichiamo inoltre che Il “saper essere” riguarda la sfera dei ruoli che si assume nella società; saper essere Sindaco, saper essere Sacerdote, saper essere Capitano ed altro ancora.
ll “saper fare” riguarda l’esperienza che ogni persona matura affrontando ruoli, attività, mestieri. Più si fanno attività concrete, più accresce l’esperienza.
Il “saper essere” forse è l’unica cosa che si può imparare di libri al contrario del “saper Fare”; ad esempio fare il capitano di una nave significa abbandonarla per ultimo in caso di naufragio ma la pratica vince in concretezza sulla teoria è visto il naufragio della “concordia” potremmo solo affermare che tutto dipenda dal nostro “essere”.
A questo punto dobbiamo saper riconoscere che quello dell'”essere” è un tema che attraversa tutta la storia della filosofia fin dai suoi esordi per cui è difficile affrontarlo in una lettera, penso però che il tema dell’identità e dell’esistenza sia proprio compito di colui che è esperto di spiritualità che già da più anni a Belmonte Mezzagno ha un Nome Don Lillo insieme a tutta la comunità parrocchiale.
Che tanti belmontesi stiano facendo un percorso di preghiera è significativo di questa rivoluzione delle anime che fa ben sperare; è già una risposta !
Cosa ci raccontano i fatti ? A cosa stiamo assistendo noi uomini di questo villaggio ? Assistiamo alle mancate risposte ( non responsabilità ) delle istituzioni, delle comunità civile che guardava ma non agiva.
Ad oggi non sappiamo il bilancio, i numeri, quante e quali spese sono state fatte, capire il buco economico. Il servizio raccolta rifiuti che non funziona e, vista la mancata differenziata, non rispettoso dell’ambiente.
Nel frattempo tutti si dimettono e non è colpa di nessuno, basta scendere dalla postazione di comando per togliersi di dosso ogni responsabilità.
Nel frattempo c’è una comunità religiosa che in silenzio cresce di giorno in giorno. Ci sono giovani che si svegliano, cittadini che si organizzano e che “non si dimettono” ma cercano giorno dopo giorno di dare il loro piccolo contributo; una nuova umanità direi.
Immaginate una società fatta di persone nuove dentro! Che vivono con la regola delle regole “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” oppure in termini positivi “dai al prossimo ciò che ti piacerebbe ricevere” e che fondano le relazioni sull’Amore reciproco.
Il Dio che troviamo in chiesa attraverso il suo pastore si occupa delle anime, direttamente dentro i cuori, parla e trasforma le coscienze; forma il nostro “essere” ci fa riscoprire la nostra identità e ci riconduce all’”essenziale” che è invisibile agli occhi , citando il “piccolo principe”.
A condurci in questo percorso è un sacerdote che con i tempi di Dio accompagna una comunità che cresce di giorno in giorno. Ecco una risposta, ecco cosa significa essere responsabili. Fare bene la missione per cui siamo venuti al mondo.
Sai quante attività, quanti gruppi, quante occasioni per conoscersi dentro crescendo nell’anima ? Sai quanta gente ha cambiato stili di vita a Belmonte ?
Quante famiglie “si nutrono” dell’amore personale e particolare di piccoli e semplici cristiani che donano il loro tempo e Amore agli anziani, disabili e persone in difficolta. So di più di 350 le famiglie in difficoltà economiche che vengono raggiunte settimanalmente dalla comunità religiosa per un aiuto concreto al sostegno familiare. La parrocchia spessissimo accompagna coppie, mamme in difficoltà in consultori familiari, consulti medici specialistici e tato altro ancora.
Una guida spirituale Don Lillo ed oggi anche Don Ugo che lavorano nel difficile compito di far riscoprire a noi il senso della vita.
La chiesa, come si fa con le auto quando si portano in un officina autorizzata, ci aiuta a “riparare” i guasti ai nostri motori, aggiustare le “ammaccature” del nostro cuore.
Così, forti e carichi possiamo andare nel nostro quotidiano a cercando di dare con umiltà il meglio di noi stessi nel ruolo che rivestiamo nella società ; medico, insegnante , operaio, spazzino, assessore, autista ed altro ancora.
Oggi la chiesa di Belmonte Mezzagno nella guida del sacerdote ci insegna a Seguire Dio in un percorso individuale e collettivo che ci fa tutti responsabili, interpreti autentici della nostra vita. Lamentarsi di una passività nell’azione sociale della Chiesa non la condivido fino a che ognuno di noi non fa la propria parte.
Il diritto di lamentarsi lasciamolo a quegli uomini che ogni giorno fanno sforzi per essere uomini migliori, più concreti, più sobri, ma con degli ideali ed ogni giorno si spende per realizzarli. Siamo ormai esperti delle pianificazioni, nel lavoro, nel raggiungimento del successo tralasciando ciò è più importante; realizzarci come uomini in marcia, con energia da spendere per se e per gli altri non avendo paura del futuro, dando l’esempio di come si possa vivere in modo diverso. Un uomo così, farà più consapevolmente, il suo dovere li dove si trova più realizzato, in un’associazione, un movimento un partito politico aderendovi ma in quel caso quel gruppo sarà formato di persone complete e compiute e non di persone che si “appoggiano” ma vivranno una libertà soprannaturale verso una responsabilità sociale fresca, nuova e che porta tanti buoni frutti.
f.to Marco La Diega
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