Un Racconto: Il secchio bucato del sistema finanziario
di Alberto Gallo*
Biellese in transizione … ma che vuol dire quando riflettiamo in particolare su economia e sistema finanziario ??
Transizione verso cosa? Perchè? E soprattutto, come?
Se goooooooogle vi mette soggezione (troppe “o” su transizione..) forse una piccola storiella può fare al caso vostro.
Il racconto è su un aspetto in particolare: è una metafora del sistema finanziario, ed economico. Infatti, la Transizione può applicarsi eccome anche all’economia, la “scienza triste”, e magicamente…quel che era sopraffazione diventa collaborazione, e la scienza triste diviene scienza gioiosa!
Ma tempo al tempo, ora spazio alla storia.
Immaginatevi che un bel giorno, con il vostro bello zainetto da viaggiatore, arrivate in un bellissimo paesino di collina, dove decidete di stabilirvi.
Siete rimasti incantati dalla natura circostante, ma non avete notato che i vostri nuovi compaesani non sembrano così soddisfatti della vita nel paese. Nonostante il clima meraviglioso, infatti, i loro orti sono inspiegabilmente spogli e secchi. È un paese d’altri tempi, forse per questo vi ha affascinato, ma purtroppo vive quasi esclusivamente di agricoltura, e pochi servizi. E la povertà delle messi non aiuta i suoi abitanti a sorridere, purtroppo.
Non sapendo a vostra volta di che vivere, e forse affascinati da un’idea (un po’ masochista?) di farsi il cosiddetto mazzo, che nobilita l’uomo, decidete di darvi a vostra volta all’agricoltura.
Così vi recate dal principe del paesino, un uomo di cui tutti nutrono un profondo timore (e non poche antipatie), che vive in un castello in fondo ad una pianura desolata, e chiedete assistenza per questo vostro progetto di vita. Avete bisogno ci una casa, e di un orticello da coltivare, per avere ciò che vi basta per star felici.
Il principe è il padrone di tutto il paese, e ogni decisione deve passare da lui. Eh certo, è la persona più potente del paese, succede più o meno ovunque così no?
Lo andate a conoscere, e non sembra poi così una cattiva persona. Peccato per quei canini sporgenti e quei vestiti scuri … ma gli chiedete come fare, e lui vi indica una casetta, con un bel terreno dove fare un orto, solo un poco lontano da casa.
Ve la concede gratuitamente, con la sola condizione di dover utilizzare il suo secchio per portare l’acqua e qualunque altra cosa al vostro orto, e viceversa per portare indietro i frutti e le verdure dell’orto a casa.
Anche l’acqua è un gentile omaggio del principe, ed è una vera fortuna che ve la voglia almeno dare gratis, perchè per evitare sprechi, come diceva il principe, anni addietro la sua strega di corte aveva fatto una magia, una cupola raccogli-acqua su tutto il paese, che raccoglieva e convogliava tutta l’acqua che pioveva sul paese in degli enormi serbatoi, che conservava il principe, per il bene pubblico, come lui diceva. E ogni casa era dotata di un rubinetto, da cui usciva l’acqua.
Altra condizione che pone il principe, è che quanto cresce nell’orto sarà di vostra proprietà, mentre sarebbe andato a lui quanto cresceva lungo la strada che portava dalla vostra casa all’orto.
Vi pare ragionevole, ed andate a veder la vostra nuova casa, ed iniziate la vostra vita in quel matto paese.
Un’occhiata alla casa, e subito nell’orto.
La terra è buona, ma ha sete, ci son delle crepe, e correte a casa a prender un po’ d’acqua, e vi ritrovate…il secchio del principe, l’unico mezzo consentito per nutrire di preziosa acqua il vostro orto.
È malmesso … ci son dei buchetti, e sembra tenuto insieme con lo scotch.
Lo riempite, e andate verso l’orto. Quando ci siete arrivati, il secchio è pieno per metà rispetto a quando l’avete riempito.
I giorni dopo la cosa si ripete, e accelerate il passo…mentre purtroppo il secchio si sgretola poco a poco, rendendo inutili i vostri sforzi.
Risultato: alla fine dell’anno il vostro orto è penosamente spoglio, qua e là qualche pianta tra le più resistenti è sopravvissuta, mentre nei camminamenti lungo la strada è pieno di ogni ben di dio. I frutti e le verdure cadute, i loro semi si son accomodati in quella terra soffice, irrigati dall’acqua caduta da quel secchio malconcio, e dagli schizzi provocati dalla vostra corsa sempre più disperata. E son diventati frutti, e ricchezza…del principe. Che quando è ora, quando quei pomodori ben maturi vi strizzano l’occhio lungo il vostro cammino verso l’orto, manda a raccogliere dai suoi fedeli cortigiani, lasciandovi…con un palmo di naso.
Ora torniamo all’inizio. Perchè una transizione anche per l’economia, la finanza e la moneta ? Perchè non è giusto rimanere con un palmo di naso, perchè ci son tutte le condizioni per riconsiderare le cose, e riparare il secchio bucato che ci impedisce di godere dei frutti del nostro impegno.
Beh..ce n’è di cose che si potrebbero fare no?
Questa storia è un po’ troppo surreale per riferirsi all’agricoltura, no? Pensate invece che si riferisca…al nostro sistema economico.
Nella storiella di prima, l’acqua è il denaro, e il secchio bucato è…questo sistema finanziario. E le perdite di acqua rappresentano l’emorragia di denaro che va a ripagare il debito. Emorragia che cresce di pari passo con la crescita del debito.
Noi coltiviamo il nostro orto, e i camminamenti sono invece di proprietà del principe, o dei suoi servi sciocchi, o di chiunque coinvolto nella magia dell’acqua sottratta al popolo. L’acqua/denaro gratis è una finzione per mantenere almeno una nota di ottimismo su quel triste paesello, e su di noi che invece paghiamo pure per averla, tanto come paghiamo per avere il denaro, con un meccanismo di debito che si insegue, e che ci costringe come società a spingerci sempre oltre, produrre sempre di più per pagare un debito che decolla. Più o meno così:
Non sembra una crescita sana no? È come se un bambino che a cinque anni fosse alto un metro diventasse alto due metri arrivando all’età di dieci anni. E poi alto 3 metri da adolescente, 6 metri da ragazzo, 25 metri da adulto, 100 metri da anziano, e fosse alto un chilometro da vecchio.Se esistesse da qualche parte un organismo che cresce in questo modo, madre natura l’avrebbe smontato in qualche modo, pena la rottura degli equilibri. A ben vedere no, esiste un organismo con questo tipo di crescita esponenziale, tipico dell’interesse composto su cui abbiamo fondato il nostro sistema economico. Una crescita infinita come quella del debito ce l’ha il cancro … che spesso ahimè, porta alla morte dell’organismo ospitante.
Ma gli anticorpi della natura non sono finiti, e attraverso di noi poco alla volta sta crescendo la coscienza di un cambio necessario, da vivere sorridendo, per prima cosa.
Un possibile e potente strumento di transizione passa attraverso questa storiella. Si chiama SCEC, ed è il simbolo della solidarietà che cammina tra un circuito di persone che vogliono slegarsi da queste dinamiche matte, poco alla volta, ma risolutamente.
Se ne sente parlare ormai anche dai media, anche se spesso ne travisano il significato, che per sintesi, è di promuovere un cambiamento della nostra società, una transizione, appunto. Sebbene ricordi infatti il meccanismo delle monete locali (illegali in Italia…con qualche ricerca capirete il perchè) è in realtà un buono sconto, una misura del dono che faccio ad un mio cliente, e che a mia volta posso spendere presso altri aderenti.
Lo SCEC viene distribuito gratuitamente: per iniziare 100 SCEC al momento dell’iscrizione (corrispondenti a 100 euro di buoni sconto ottenibili), e poi successive distribuzioni con l’ingrandimento del circuito e del volume di scambi .
Attraverso questo strumento e i progetti correlati è possibile finalmente abbandonare i dogmi del mercato, che si fonda sull’ipotesi che noi non siamo uomini…ma tanti piccoli homo oeconomicus, ovvero uomini economici! Un costrutto virtuale che riduce l’uomo…ad una variabile di sistema. Un numero, insomma.
L’economia viceversa dovrebbe esser una scienza sociale, e una nuova economia vuol dire nuove relazioni sociali, più giuste ed autentiche.
Nell’ambito della transizione, ArcipelagoSCEC aiuta a legare insieme le forze di tutti, ed unirli in un circuito di reciproca fiducia, e convenienza.
Lo fa attraverso uno strumento, lo SCEC, e attraverso idee progettuali per il territorio, sull’agricoltura, la connettività, il trasporto, l’energia.
Ma cos’è lo SCEC? Fondamentalmente è uno strumento di transizione potente, che associato alla progettualità messa a disposizione gratuitamente dalle migliaia di volontari che ci si dedicano in Italia, può dare una svolta al nostro orto. Chissà che vita potremmo vivere mettendo una bella toppa al secchio?
A presto un incontro per parlarne, per chi vuol dare una mano a costruire un ponte verso una transizione anche qui, per tutta la comunità biellese!
Il sito dell’associazione ArcipelagoSCEC, per chi non sta nella pelle e ne vuol subito sapere di più.
* Membro di Biellese in Transizione CAT.
Fonte: http://bielleseintransizione.wordpress.com/2012/05/29/il-secchio-bucato-del-sistema-finanziario/
Commenti
Posta un commento