BILANCIO COMUNALE: DEBITO SI, DEBITO NO, DEBITO FORSE.
diPaolo Costa
Negli ultimi due mesi si è fatto un gran parlare del debito di bilancio di questo comune. Si è partiti da un articolo apparso sul Giornale di Sicilia, qualche giorno prima del Consiglio comunale aperto del 17/10/2011 nel quale si parlava di un buco da 5 milioni di euro, nello stesso consiglio comunale un consigliere parlò di 6 milioni di euro, ci fu poi la voce circolata per lo più su Facebook secondo la quale da una relazione dei revisori il debito era stato quantificato in 12 milioni. Infine il manifesto affisso recentemente che ha fatto gridare allo scandalo dagli esponenti della vecchia maggioranza nel quale si ritorna a parlare di 5 milioni. Ma in buona sostanza quant’è questo debito? . Pare che alla fine dei conti il buco di bilancio in realtà sia poco più di 1milione. Attenzione parliamo di buco di bilancio e non di debito complessivo, il che significa per fare un esempio spicciolo: è come se in una famiglia che ha un debito di 5 mila euro che paga a rate, gli stipendi che entrano riescono a pagare solo 4 mila euro di debito, e per la restante parte non ce la fa, quindi o il padre di famiglia lavora di più e riesce ad ottenere più entrate, o è costretto a farseli prestare, oppure ancora nell’ipotesi peggiore si fa pignorare, protestare o quant’altro. Allo stesso modo per il Comune le entrate di cui dispone ,che provengono da trasferimenti statali/regionali (sempre di meno negli ultimi anni) e tributi locali (tarsu, ici, addizionale comunale etc etc), non riescono a coprire le spese che lo stesso comune deve affrontare (smaltimento rifiuti, illuminazione pubblica, stipendi dei dipendenti, autoparco, manutenzione acquedotto, servizi sociali etc.etc.) e siccome un bilancio comunale non può chiudere in disavanzo deve essere trovata la copertura oppure l’alternativa ( a mio giudizio catastrofica, e da scongiurare ) è il dissesto.
Ora è idea diffusa ormai che il buco di cui parliamo è stato generato dall’Ato, ed è verosimile che le cose stiano effettivamente così. Del resto, il problema Ato, non è solo un problema Belmontese. Altri Comuni molto più noti, si trovano in situazioni peggiori di Belmonte e con buchi di bilancio molto più elevati, eppure stanno provando con ogni mezzo a scongiurare l’ipotesi dissesto. Stando a quanto si apprende dagli organi di informazione, uno su tutti il comune di Cefalù che pure avrebbe molte più opportunità di incasso rispetto al nostro(basti pensare a cosa può portare nelle casse comunali di un comune ad alta densità turistica ad esempio la tassa di soggiorno, che pagano i turisti). Il problema Ato va ricercato, in una visione cieca di politica nazionale e poi anche regionale che ha permesso l’esistenza di enti succhia sangue come questi imposti peraltro per Legge. Ebbene si per legge, per cui è molto difficile se non impossibile uscirne se non con un’altra legge che li tolga di mezzo. Legge che c’è e che è stata anche recepita dalla regione Sicilia, ma che è stata prorogata di un anno ancora. Mi viene in mente un sindaco di un comune campano che usci, contro legge, dall’Ato locale di riferimento, portò il proprio paese ad avere una raccolta differenziata dell’80%, con un risparmio considerevole per le casse comunali, ma venne comunque destituito dalla carica di Sindaco, con provvedimento del ministro degli interni.
Ora come ora, in ogni caso mi pare superfluo parlare di Ato, sia perché il commissario con suo recente provvedimento ha rideterminato in autonomia il costo del servizio, eliminando tutti quei costi per i servizi non resi come la raccolta differenziata. Sia perché, se non dovesse ancora essere prorogata , la legge prevede che entro fine anno gli Ato dovranno scomparire.
Detto questo: in questi giorni si è appreso che il 13/12 ci sarà un nuovo consiglio comunale per decidere su come reperire le risorse per colmare il buco sopra specificato.
Nell’articolo di Nuova belmonte blog “Crisi economica Belmonte Mezzagno: Dopo la batosta nazionale arriverà quella comunale?” la foto dell’occhio che lacrima sangue è terrificante, ma rende perfettamente l’idea di quello che ci aspetta.
L’articolo in questione mi trova assolutamente concorde con tutti i concetti espressi. Mi permetto però fare osservare un tema non secondario.. In particolare quando si dice: “ cari amici o aumenta tutto con il voto dei consiglieri o aumenta in automatico senza il voto dei consiglieri per via della dichiarazione del dissesto.”
Le due cose non sono esattamente lo stesso, in termini di conseguenze per il cittadino.
Infatti nel caso in cui venisse dichiarato il dissesto, che peraltro si avrebbe comunque a seguito di una deliberazione del consiglio, tutti i tributi verrebbero aumentati all’aliquota più alta prevista dalle leggi attualmente in vigore, in automatico. Oltre a tutte una serie di conseguenze diciamo secondarie, ma che comunque hanno il loro peso in una economia di un paese con 10 mila abitanti. Una su tutte, ma solo per fare un esempio, tutti i precari del comune seppure pagati con fondi regionali sarebbero licenziati. Quindi altre famiglie senza reddito e che ovviamente non portano liquidità all’economia paesana.
Viceversa, nell’ipotesi che il consiglio, approvi gli aumenti proposti dal commissario, con aliquote inferiori a quelle massime, supponiamo tanto quanto basta al solo ed unico scopo di coprire il buco nel bilancio, consentirebbe di evitare quel dissesto che porterebbe questo paese in un baratro senza fondo. Il sacrificio sopportato, benchè molto pesante, ne eviterebbe uno molto, ma molto più elevato.
In molti, a mio parere, non hanno ben capito in quale situazione di gravità e di urgenza e caduta belmonte. In caso di dissesto altro che abbonamenti gratuiti Sicilbus, altro che buoni per la mensa dei bambini a scuola, altro che servizio scuolabus, e tanto altro ancora. Questo paese rischia seriamente che le generazioni più giovani fuggano da questo territorio lasciando il nulla dietro di loro.
In altre parole, in questo momento, questo commissario, sta dando una possibilità di futuro al paese di Belmonte, se non dovesse essere colta sarà un calvario, e chi per opportunità politica od anche più semplicemente perché non ha colto la gravità della situazione, dovrà prima o poi renderne conto al cittadino.
E’ per questo che occorrerebbe che tutti coloro che ricoprono od hanno ricoperto nel recente passato cariche istituzionali e politiche in questo comune, in un momento così delicato, facessero fronte comune per arginare quell’emorraggia di sangue che comincia a diventare pericolosa per tutti. Qui c’è in gioco non solo il nostro di futuro, ma anche quello dei nostri figli.
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