RFI E LE NAVI FANTASMA

di Giorgio Valentino
Voglio aprire questo articolo con una locuzione latina “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”, che tradotta letteralmente, significa Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata”: questo accadeva nel 219 a.C. Siamo nel 2011 , sono passati 2.230 anni e la situazione resta immutata; è cambiata la forma di Stato, sono cambiate le persone, la civiltà e il mondo, ma l' immobilismo del non decidere nulla non è mai cambiato, si continua a discutere sempre sulle questioni, senza prendere decisioni, e quando si prendono è sempre troppo tardi. 

Oggi l’attenzione pubblica è focalizzata ai mercati, allo spread, all’aumento delle tasse, alla macelleria sociale. Questo governo non eletto da nessuno, frutto di un ricatto dei mercati non sta portando nessuno sviluppo, anzi da quando si è insediato, ci sta inabissando ancira di più, prova ne è la chiusura anticipata di stabilimenti industriali, come la FIAT di Termini Imerese, la riproposizione del piano esuberi in Fincantieri (mentre prima si parlava di 2.500 esuberi, ora siamo arrivati a superare i 2.600, dei quali 176 riguardano lo stabilimento Siciliano di Palermo), poi magicamente è toccato anche a Trenitalia. Con una scelta , a dir poco euforica, è arrivata la decisione di tagliare i treni notturni in partenza dalla Sicilia e quindi con un colpo di spugna vengono spazzati via 799 posti di lavoro, 85 dei quali riguardano Messina. Tutto questo reso possibile dal fatto che, essendo questo servizio, un’attività esterna a Trenitalia, è bastato non rinnovare il contratto di servizio per tagliar fuori dal posto di lavoro ma anche dagli ammortizzatori sociali questa categoria di lavoratori. Questo è il primo passo che porta inesorabilmente al secondo taglio che riguarda i traghetti. RFI giustifica questo taglio, per eliminare i 150 milioni di perdita annua da questa attività. Quindi, a conti fatti e permanendo questo stato di cose, il viaggiatore, arrivato alla stazione di Messina, sarà costretto a prendersi le valigie in mano e ad attraversare a piedi, per poi risalire sul treno a Villa San Giovanni.
Questa idea non è nuova. RFI l’ha sempre avuta , non tenendo conto ne' delle conseguenze drammatiche sulla quotidianità e sul futuro di questi lavoratori e delle loro famiglie ne' del problema sociale che ne deriverà. 

Noi , non solo,come Siciliani, ma raccogliendo anche i sentimenti dei lavoratori dei settori in crisi, ci poniamo degli interrogativi. 

Visto che si vogliono tagliare i traghetti per l'attraversamento dello stretto, chiediamo: RFI come giustifica una gara d'appalto per la costruzione di un nuovo traghetto per collegare le due sponde? La gara è stata fatta e vinta dai “Nuovi Cantieri Apuania”, ed il contratto è stato perfezionato a Palermo nell’Aprile di quest’anno, affidando la costruzione del un nuovo traghetto con una spesa di 49,5 milioni di euro. Inoltre il contratto prevede anche l’opzione per la costruzione di una seconda unità. I tempi di consegna per la prima sono 18 mesi a partire da Aprile, quindi a Gennaio 2013 avremmo un traghetto nuovissimo ed altamente tecnologico, che però, alla luce delle strategie RFI, potrebbe diventare una Nave Fantasma, visto che sarà soppressa la tratta.
Siamo alle solite: soldi che dovevano essere investiti e spesi in Sicilia, saranno spesi in Toscana, la Sicilia balzerà solo alle cronache per gli investimenti fatti, di conseguenza battezzeremo i fatti accaduti con un bel titolo: Rfi e le Navi Fantasma”.

Quest’articolo non deve restare solo lettera morta, per evidenziare un sistema paradossale, ma vuole rappresentare un’ appello e un’investitura al Presidente On. Raffaele Lombardo, affinchè faccia luce sui fatti accaduti, per evitare che mentre a Roma si discute la Sicilia non diventi la nuova Sagunto, che viene rasa al suolo da forze nemiche con scelte che penalizzano sempre di più il nostro territorio.

Giorgio Valentino - Coordinatore Regionale Movimento Sicilia Libera

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