Comune virtuoso (3) di Salvatore Migliore
Nelle riflessioni
precedenti si è scritto della necessità di un Comune virtuoso e, sia pure per
cenni, del come è come è possibile
crearlo. Cittadini e politica devono essere gli artefici di tale costruzione. Questa volta mi
occupo di uno degli artefici: il cittadino.
In una prossima occasione mi
propongo di riprendere il ruolo della
politica nella realizzazione del progetto qui, varie volte, evocato. Una
politica virtuosa per un Comune virtuoso. Una politica, come si è detto tante
volte, capace di volare alto, capace di sganciarsi dal contingente fatto, molto
spesso, di inutili e logoranti contenziosi, per privilegiare un ruolo che
guardi esclusivamente al bene della gente.
Le organizzazioni che
rappresentavano i bisogni dei cittadini, le forze sindacali, la cultura, ma
anche la politica, sia pure in un momento successivo, hanno preso atto del
fatto che il cittadino si trovava molto distante dall’ente titolare della
competenza che doveva soddisfare le sue esigenze personali che erano
prevalentemente di natura sociale, ma anche di studio e così via.
La interlocuzione a
distanza tra i cittadini e la Regione, titolare delle competenze, non era
compatibile con il rapido e necessario soddisfacimento di una serie di
esigenze. Occorreva eliminare quella distanza avvicinando il più possibile il
cittadino all’ente erogatore del servizio. Questo miracolo si realizzò con
l’ausilio di una Commissione di tecnici, detta Commissione dei !5 dal numero
dei componenti, individuando nel Comune l’ente capace di realizzare il contatto
immediato con il cittadino.
Viene ridisegnato il
ruolo dei tre livelli di governo: Regione, ente intermedio, Comune.
Il Comune da ente
erogatore di certificati diventa ente rogatore di servizi, un balzo in avanti
nella qualificazione della sua attività.
Si approvano, così,
le leggi con cui vengono trasferite le competenze dalla Regione ai Comuni. La
prima legge che costituisce una pietra miliare di quello che venne chiamato il
decentramento amministrativo, fu la l.r1/79. Leggi successive definite di
settore perchè si occupano di categorie di cittadini, disabili, anziani ecc,m,
seguono la scia tracciata dalla legge 1, intestando sempre al Comune le
competenze relative.
Questa situazione
rivoluzionaria, apparentemente squisitamente tecnica, nel senso che vi è una
richiesta, quella del cittadino, ed una risposta, quella del Comune,
diventa via via, un terreno in cui il
dialogo diventa, sempre più, anche politico e di collaborazione, soprattutto
attraverso i rappresentanti delle categorie di cittadini portatoti di bisogni.
Da questo dialogo collaborativo, non solo il rapporto diventa sempre più
scorrevole ed efficace, ma diventa ragione del miglioramento di normative e
procedure. Insomma, il tutto diventa una opportunità per elevare la qualità
delle prestazione del Comune e, quindi, per elevare la qualità della vita dei
cittadini, della comunità locale.
Ciò, però, non
significa che tutto, come si suole dire, è “rose e fiori”. Le difficoltà non
mancano. Non sempre le esigenze rappresentate vengono soddisfatte con il
necessario tempismo. Spesso il confronto è duro. Malgrado ciò non si può
disconoscere i’importanza di una interlocuzione tra cittadini e Comune, che ha
avuto ricadute positive anche nella qualità della vita dei cittadini, grazie
anche ad una intesa conseguita tra i due.
Avere limitato questa
riflessione ad uno spazio di rapporti cittadino-Comune all’area sociale, non
vuole significare che vengono esclusi gli altri necessari spazi di
interlocuzione che attengono al “bene comune” di cui si è detto nella mia
precedente riflessione.
Validi e
sollecitatori di impegno da parte dei cittadini restano tutte le altre
problematiche che riguardano la competenza del Comune e, quindi, il benessere
della comunità locale.
Il taglio delle considerazioni
qui svolte, vuole dimostrare che, sia pure per alcuni temi molto importanti, la
legge ne ha sancito una sorta di interdipendenza di cui bisogna prendere atto e
da cui partire per costruire, da parte della comunità locale, una sensibilità
sempre più pregnante di collaborazione costruttiva con il Comune-
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