Comune virtuoso (7) di Salvatore Migliore

a)    La partecipazione

Scrivo questa nuova riflessione  per dare seguito all’impegno preannunciato  a conclusione dell’ultima, per un nuovo contributo sul tema della partecipazione.
 
  La partecipazione del cittadino alla gestione della cosa pubblica e, quindi, al suo coinvolgimento nell’attività amministrativa, trova riscontro in varie norme regionali, nazionali ed  europee. Si riportano alcuni esempi.
 Il sesto comma dell'articolo 1 della legge 328/2000 - Legge quadro per
la realizzazione del sistema imtegrato di interventi e servizi sociali
- così dispone. " La presente legge promuove la partecipazione attiva dei cirradini, il contributo delle organizzazioni sindacali, delle associazioni sociali e di tutela degli utenti per il raggiungimento dei fini istituzionali di cui al comma 1" (La Repubblica assicura alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali, promuove interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità....).


Come si vede è un obiettivo non di poco conto......... che i cittadini concorrono  a conseguire.

Sempre la stessa legge al terzo comma dell’articolo 6 : “ Nell'esercizio delle funzioni di cui ai commi 1 e 2 i comuni provvedono a:
e) garantire ai cittadini i diritti di partecipazione al controllo di qualità dei servizi, secondo le modalità previste dagli statuti comunali”.

La legge 142/90, recepita dalla Regione siciliana con la legge 48/91 dedica l’intero capitolo III agli Istituti di partecipazione.
In tale contesto viene disposto, tra l’altro:
-        I comuni valorizzano le libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione dei cittadini all'amministrazione (art. 6, co.1);
-      Nel procedimento relativo all'adozione di atti che incidono su situazioni giuridiche soggettive devono essere previste forme di partecipazione degli interessati secondo le modalità stabilite dallo statuto (art.6 co.2)

Diverse regioni, poi, sono intervenute sul tema in discussione.
 La Regione Toscana con legge 69/2008 dispone la partecipazione come forma ordinaria di governo, in tutti i settori dell’amministrazione pubblica, a scala regionale e locale.
Il 22 settembre 2008 il Consiglio Regionale della Toscana, in base alla legge prima citata,  ha nominato l‘Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione.

 L’Emilia  Romagna ha approvato la Legge  09 febbraio 2010, n.3 “Norme per la definizione, riordino e promozione delle procedure di consultazione e partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali”.

 Alcune regioni, poi,  hanno costituito l’Osservatorio della partecipazione che è un mezzo attraverso il quale l’amministrazione regionale può conoscere e far conoscere i processi partecipativi sul territorio.
Il tema della partecipazione ha avuto una rilevanza anche a livello europeo.
 L’UE, infatti,  ha approvato il Regolamento n. 211/2011 grazie al quale i cittadini dell'Unione possono  chiedere direttamente alla Commissione europea di presentare una proposta legislativa, su temi per i quali i cittadini ritengono necessario un atto legislativo dell'Unione. Il Regolamento si applicherà a partire dal 1 aprile 2012. Entro tale data gli Stati membri, avrebbero dovuto provvedere ad individuare le Autorità nazionali competenti alla verifica delle iniziative ed il sistema sanzionatorio applicabile in caso di violazione del regolamento.
  Tra le fonti normative sulla partecipazione non poteva mancare lo Statuto del nostro comune, fresco di rimodulazione essendo stato approvato il nuovo testo con deliberazione del consiglio comunale n. 25 del 23 maggio 2011 e n. 33 del 14 giugno 2011.
  Numerosi sono i richiami all’istituto della partecipazione. Forse è il caso che in una prossima occasione venga ripreso per sottolineare e commentare le norme più importanti.
 Per il momento mi limito a ricordare che il documento statutario dedica il titolo II alla partecipazione popolare e l’articolo 24, avente come oggetto “i principi della partecipazione” così recita: “ Il Comune promuove la partecipazione degli interessati, degli utenti e loro rappresentanze, delle formazioni sociali e delle associazioni titolari di interessi collettivi, come espressioni della comunità locale, alla formazione dell’indirizzo, allo svolgimento e al controllo delle attività poste in essere dall’Amministrazione nel modi stabiliti dallo statuto e dalle norme regolamentari”.
  Da questi pochi cenni si vede come la partecipazione del cittadino all’attività degli enti locali, in modo particolare, sia efficacemente sostenuta dalla legge. Anche questa consapevolezza induce a sostenere la necessità di attuare il principio secondo cui occorre “amministrare con gli amministrati”.
  Alla luce di quanto sin qui detto, per la nostra realtà belmontese, mi permetto le seguenti annotazioni:
-      nelle deleghe assessoriali assegnate recentemente  dal Sindaco  non è prevista quella della “partecipazione”, una delega cioè che si occupi di affrontare in maniera complessiva il tema della partecipazione alla gestione amministrativa del Comune. Sarebbe stato opportuno, a mio avviso, dopo tutto quello che si è detto sulla importanza del coinvolgimento del cittadino, della comunità locale, attraverso le sue varie articolazioni, alla gestione amministrativa, un segnale come quello qui annotato;
-      la nomina dei senatori a vita, mi suggerisce quella dei consiglieri a nomina temporanea, per una sola consiliatura, ad esempio, fra cittadini che, oltre a possedere i requisiti del buon padre di famiglia, non devono avere mai ricoperto cariche  all’interno dell’Amministrazione comunale, proprio per garantire la massima genuinità della loro collaborazione A questi, ovviamente, va concesso soltanto il diritto di parola. Una simile iniziativa comporta, certamente, la necessità di una modifica dello statuto comunale. In questa sede vanno definiti, tra l’altro, requisisti, numero e tempi di nomina.
-      I consiglieri esterni, più dei consigli comunali aperti, che sono molto importanti, consentono un contributo non solo nella produzione dell’attività di competenza dell’organo consiliare, ma nella decantazione delle tensioni e, quindi, nel mantenimento di una certa serenità nell’attività dell’organo, condizione importante per la qualità della stessa attività. Mi rendo conto della originalità della proposta, forse unica, però va considerata concretamente;
-      Istituzionalizzare gli incontri dell’esecutivo con i cittadini per gli adempimenti più importanti come ad esempio bilancio, strumenti urbanistici, servizi sociali, ecc.
  Conclusivamente sento di precisare che avevo iniziato la mia collaborazione, su sollecitazione di Marco La Diega, pensando di provocare un confronto. Il monologo  serve poco a fare crescere il nostro paese, obiettivo al quale tendiamo tutti.  Quindi, mi rivolgo alla politica e alla comunità locale: se ci siete, battete un colpo, per dare vita al tanto auspicato dialogo.
  In ogni modo, come già detto in altre occasioni, conto di preparare una pubblicazione sul tema di cui ci stiamo occupando e farne oggetto di confronto verbale. Non rinuncio al progetto di fare “caminetto” sui temi che riguardano la vita del nostro paese.



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