Omicidio Nigeriana: Arrestato operaio edile di Belmonte Mezzagno
Palermo, 10-05-2012 RaiNews 24 I carabinieri hanno arrestato Giuseppe Pizzo, 58 anni, operaio edile di Belmonte Mezzagno. E' accusato dell'omicidio di una prostituta nigeriana di 21 anni, Nike Favour Adekunle, il cui corpo carbonizzato fu trovato a Misilmeri a dicembre scorso. La scomparsa della ragazza venne denunciata da alcune connazionali il 15 dicembre. L'ultima cella agganciata dal suo cellulare porto' i carabinieri a Misilmeri. Il cadavere bruciato fu trovato sul ciglio di una strada di campagna in mezzo ai rifiuti.
Le indagini sull'omicidio presero le mosse dalle testimonianze delle connazionali convinte dagli investigatori a superare i timori e collaborare. La ragazza era stata vista per l'ultima volta il giorno della scomparsa mentre saliva su un automobile pick-up nera di un cliente sconosciuto. I militari del Ris accertarono inoltre che la vittima era stata portata gia'' morta nella discarica in cui era stata trovata e poi era stata bruciata.
Poco lontano dalla zona in cui il cadavere era stato scoperto abitava Pizzo, conosciuto dagli inquirenti perche'' nel 2001 era stato coinvolto in una indagine per rapina: allora aveva portato una prostituta nigeriana nella sua abitazione. La giovane aveva poi denunciato il cliente accusandolo di averla derubata. L'uomo, pero' era stato assolto. Viste le analogie tra le due storie i carabinieri hanno cominciato a indagare sull'operaio scoprendo che aveva un pick up nero e che il suo cellulare aveva chiamato la vittima piu' volte.
Durante le perquisizioni in casa e nell'auto pero' sono state trovate macchie di sangue: l'esame del dna ha accertato che era della ragazza. Intorno alla casa poi erano sotterrate le scarpe della nigeriana.
da Le Presse
In un serrato confronto, l'uomo messo di fronte alle sue responsabilità già il 25 dicembre ha respinto le accuse. Ma le meticolose perquisizioni dell'abitazione, del villino e dell'autovettura hanno condotto al ritrovamento di importanti tracce. All'interno della vettura dell'indagato è stata repertata una macchia di sangue che gli esami di laboratorio ricondurranno al dna della vittima. Inoltre, presso il villino era presente una pianta di papiro i cui resti si trovavano anche accanto al cadavere carbonizzato. Così pure per le zolle di terreno intorno al villino, le cui tracce sono repertate sotto le scarpe del cadavere. Tutto questo fa pensare che il corpo della ragazza sia stato inizialmente nascosto dall'uomo in un luogo nei pressi del casolare per essere poi portato presso la discarica e qui bruciato. La pioggia di quei giorni tuttavia non consente la completa carbonizzazione del corpo e aiuta gli investigatori a trovare gli altri importanti indizi che oggi hanno portato all'arresto.
foto LaPresse |
Le indagini sull'omicidio presero le mosse dalle testimonianze delle connazionali convinte dagli investigatori a superare i timori e collaborare. La ragazza era stata vista per l'ultima volta il giorno della scomparsa mentre saliva su un automobile pick-up nera di un cliente sconosciuto. I militari del Ris accertarono inoltre che la vittima era stata portata gia'' morta nella discarica in cui era stata trovata e poi era stata bruciata.
Poco lontano dalla zona in cui il cadavere era stato scoperto abitava Pizzo, conosciuto dagli inquirenti perche'' nel 2001 era stato coinvolto in una indagine per rapina: allora aveva portato una prostituta nigeriana nella sua abitazione. La giovane aveva poi denunciato il cliente accusandolo di averla derubata. L'uomo, pero' era stato assolto. Viste le analogie tra le due storie i carabinieri hanno cominciato a indagare sull'operaio scoprendo che aveva un pick up nero e che il suo cellulare aveva chiamato la vittima piu' volte.
Durante le perquisizioni in casa e nell'auto pero' sono state trovate macchie di sangue: l'esame del dna ha accertato che era della ragazza. Intorno alla casa poi erano sotterrate le scarpe della nigeriana.
da Le Presse
In un serrato confronto, l'uomo messo di fronte alle sue responsabilità già il 25 dicembre ha respinto le accuse. Ma le meticolose perquisizioni dell'abitazione, del villino e dell'autovettura hanno condotto al ritrovamento di importanti tracce. All'interno della vettura dell'indagato è stata repertata una macchia di sangue che gli esami di laboratorio ricondurranno al dna della vittima. Inoltre, presso il villino era presente una pianta di papiro i cui resti si trovavano anche accanto al cadavere carbonizzato. Così pure per le zolle di terreno intorno al villino, le cui tracce sono repertate sotto le scarpe del cadavere. Tutto questo fa pensare che il corpo della ragazza sia stato inizialmente nascosto dall'uomo in un luogo nei pressi del casolare per essere poi portato presso la discarica e qui bruciato. La pioggia di quei giorni tuttavia non consente la completa carbonizzazione del corpo e aiuta gli investigatori a trovare gli altri importanti indizi che oggi hanno portato all'arresto.
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