Comune virtuoso(6):Amministrare con gli amministrati di Salvatore Migliore
Intanto!
Complimenti a Piero nuovo Sindaco e auguri di buon lavoro. Lo attende un impegno importante e molto gravoso. Paradossalmente, il consenso così consistente lo carica ulteriormente per le aspettative dei cittadini, che sollecitano una straordinarietà di impegno. La squadra, quella sempre auspicata, se si saprà dotare della responsabilità necessaria, sarà in grado di assolvere nel modo migliore possibile il compito.
AUGURI E BUON LAVORO!
Ai tempi in cui in Sicilia si dibatteva sul tema della Riforma Amministrativa e, soprattutto, dopo la sua approvazione, si sosteneva la necessità di una legislazione regionale fatta con la partecipazione degli enti locali, destinatari delle nuove competenze che scaturivano dal nuovo importante evento. Si era coniato un vero e proprio slogan: “Legiferare sugli enti locali con gli enti locali”. Si riteneva che fosse importante il coinvolgimento dei Comuni, nella fase legislativa, quella cioè che andava stabilendo le competenze da trasferire. Ovvie le ragioni di questa pretesa sostenuta, soprattutto, dagli enti locali.
Si era nei primi degli anni ’80.
Si richiama questo interessante precedente a supporto della opportunità della tesi più volte sostenuta nelle mie riflessioni, ma anche da intereventi di certa politica e del mondo civile, di coinvolgere il più possibile la comunità locale nelle decisioni amministrative che la riguardano.
Quando le sollecitazioni prima ricordate sono state raccolte dal legislatore regionale, il risultato è stato sempre molto soddisfacente, Tutte le leggi, ad esempio, sulle persone con disabilità, sugli anziani e sui servizi sociali in genere, sono state il risultato anche di un coinvolgimento preventivo del cittadino, attraverso gli enti locali, i sindacati, le organizzazioni di categorie e così via, e sono risultate di grande valore oltre di grande tempestività rispetto agli analoghi provvedimenti adottati dallo Stato. Il coinvolgimento, quindi, è stato il criterio operativo che ha consentito una buona legislazione.
Il metodo della intesa preventiva, il principio di amministrare con gli amministrati, pertanto è una condizione indispensabile per la qualità del prodotto che deve essere confezionato dall’ente locale.
Del resto, i programmi dei tre candidati sul tema in discussione sono stati abbastanza chiari, come si vede dai relativi passaggi che qui di seguito si riportano:
“Il rilancio dell’azione di governo del Comune dovrà avvenire attraverso l’attivazione di tutte le forme di partecipazione delle nostre concittadine e dei nostri concittadini e di concerto con le forze politiche, sociali e sindacali”.
Ed ancora: “Ogni scelta che riguarda la programmazione e l’attuazione dei progetti decisivi per il futuro del nostro Paese dovrà avvenire con la partecipazione di questi soggetti, a partire dai temi che riguardano il bilancio pubblico, l’urbanistica e le infrastrutture portanti. Scriveremo insieme le regole per dare certezze e garanzie alle procedure partecipate, ma occorre un vero e proprio salto di ordine culturale. Non deve essere solo un segmento dell’Amministrazione ad occuparsi di partecipazione, ma l’insieme della struttura tecnica, organizzativa e politica del comune.
In quest’ottica il metodo partecipativo trova una puntuale applicazione lungo tutto il programma e diventa un criterio e principio fondamentale dell’azione di governo.”
(Piero Di Liberto)
“Consentiremo alla cittadinanza la partecipazione alla gestione amministrativa del Comune attraverso le consulte, i consigli comunali aperti ed eventuali altri strumenti che i cittadini posssono proporre”.
(Franco La Barbera)
“Al fine di favorire una reale partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica dell’Amministrazione per valorizzare i bisogni e le proposte verranno istituiti degli organismi chiamati “consulte” che avranno il ruolo di rendere trasparente il rapporto tra cittadino e Amministrazione Comunale”.
(Totò Caltagirone)
I tre candidati, oggi, a risultati elettorali definiti, sia pure con ruoli diversi sono nelle condizioni di mettere in pratica la partecipazione del cittadino nella gestione della cosa pubblica. A mio avviso quello qui trattato è un criterio che va prioritariamente attivato perché dovrà supportare l’azione amministrativa sin dal suo nascere. Deve essere, a mio avviso, il primo banco di prova per tutti.
In una prossima riflessione mi riprometto di segnalare altri percorsi che possono, in maniera ancora più compiuta, realizzare il principio; “amministrare con gli amministrati”.
Complimenti a Piero nuovo Sindaco e auguri di buon lavoro. Lo attende un impegno importante e molto gravoso. Paradossalmente, il consenso così consistente lo carica ulteriormente per le aspettative dei cittadini, che sollecitano una straordinarietà di impegno. La squadra, quella sempre auspicata, se si saprà dotare della responsabilità necessaria, sarà in grado di assolvere nel modo migliore possibile il compito.
AUGURI E BUON LAVORO!
Ai tempi in cui in Sicilia si dibatteva sul tema della Riforma Amministrativa e, soprattutto, dopo la sua approvazione, si sosteneva la necessità di una legislazione regionale fatta con la partecipazione degli enti locali, destinatari delle nuove competenze che scaturivano dal nuovo importante evento. Si era coniato un vero e proprio slogan: “Legiferare sugli enti locali con gli enti locali”. Si riteneva che fosse importante il coinvolgimento dei Comuni, nella fase legislativa, quella cioè che andava stabilendo le competenze da trasferire. Ovvie le ragioni di questa pretesa sostenuta, soprattutto, dagli enti locali.
Si era nei primi degli anni ’80.
Si richiama questo interessante precedente a supporto della opportunità della tesi più volte sostenuta nelle mie riflessioni, ma anche da intereventi di certa politica e del mondo civile, di coinvolgere il più possibile la comunità locale nelle decisioni amministrative che la riguardano.
Quando le sollecitazioni prima ricordate sono state raccolte dal legislatore regionale, il risultato è stato sempre molto soddisfacente, Tutte le leggi, ad esempio, sulle persone con disabilità, sugli anziani e sui servizi sociali in genere, sono state il risultato anche di un coinvolgimento preventivo del cittadino, attraverso gli enti locali, i sindacati, le organizzazioni di categorie e così via, e sono risultate di grande valore oltre di grande tempestività rispetto agli analoghi provvedimenti adottati dallo Stato. Il coinvolgimento, quindi, è stato il criterio operativo che ha consentito una buona legislazione.
Il metodo della intesa preventiva, il principio di amministrare con gli amministrati, pertanto è una condizione indispensabile per la qualità del prodotto che deve essere confezionato dall’ente locale.
Del resto, i programmi dei tre candidati sul tema in discussione sono stati abbastanza chiari, come si vede dai relativi passaggi che qui di seguito si riportano:
“Il rilancio dell’azione di governo del Comune dovrà avvenire attraverso l’attivazione di tutte le forme di partecipazione delle nostre concittadine e dei nostri concittadini e di concerto con le forze politiche, sociali e sindacali”.
Ed ancora: “Ogni scelta che riguarda la programmazione e l’attuazione dei progetti decisivi per il futuro del nostro Paese dovrà avvenire con la partecipazione di questi soggetti, a partire dai temi che riguardano il bilancio pubblico, l’urbanistica e le infrastrutture portanti. Scriveremo insieme le regole per dare certezze e garanzie alle procedure partecipate, ma occorre un vero e proprio salto di ordine culturale. Non deve essere solo un segmento dell’Amministrazione ad occuparsi di partecipazione, ma l’insieme della struttura tecnica, organizzativa e politica del comune.
In quest’ottica il metodo partecipativo trova una puntuale applicazione lungo tutto il programma e diventa un criterio e principio fondamentale dell’azione di governo.”
(Piero Di Liberto)
“Consentiremo alla cittadinanza la partecipazione alla gestione amministrativa del Comune attraverso le consulte, i consigli comunali aperti ed eventuali altri strumenti che i cittadini posssono proporre”.
(Franco La Barbera)
“Al fine di favorire una reale partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica dell’Amministrazione per valorizzare i bisogni e le proposte verranno istituiti degli organismi chiamati “consulte” che avranno il ruolo di rendere trasparente il rapporto tra cittadino e Amministrazione Comunale”.
(Totò Caltagirone)
I tre candidati, oggi, a risultati elettorali definiti, sia pure con ruoli diversi sono nelle condizioni di mettere in pratica la partecipazione del cittadino nella gestione della cosa pubblica. A mio avviso quello qui trattato è un criterio che va prioritariamente attivato perché dovrà supportare l’azione amministrativa sin dal suo nascere. Deve essere, a mio avviso, il primo banco di prova per tutti.
In una prossima riflessione mi riprometto di segnalare altri percorsi che possono, in maniera ancora più compiuta, realizzare il principio; “amministrare con gli amministrati”.
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