Una Lettera di Peppino Ciacimino
E’ arduo trattare fatti politici belmontesi che molto spesso sono incomprensibili prima di tutto anche agli stessi protagonisti, figuriamoci per chi li deve poi rappresentare. Esempio: la responsabilità amministrativa dei provvedimenti presi ricade non sulla giunta che li ha adottati ma sull’opposizione che li ha osteggiati, e quest’ultima viene pertanto invitata a chiedere scusa alla cittadinanza. Libertà di pensiero o pensieri in libertà (ma!?!?).
Per quanto mi riguarda sono stato definito ironicamente da alcuni “eroe” da voi con la stessa ironia “giapponese”, ma io ritengo che siamo semplicemente persone che hanno in alta considerazione la propria dignità e sono poco avvezzi a genuflettersi al potere, specialmente quando questi non si coniuga con le problematiche belmontesi. Riteniamo che la nostra colonna vertebrale non sia particolarmente rigida e che non soffra di alcuna patologia, in altre occasioni ci siamo piegati. Purtroppo, qualcuno confuse sentimenti di amicizia con atti di cortigianeria. Ancora una volta il Principe, ubriacato dal potere e distratto dai suoi giullari, ha perso contatto con la realtà.
In tutto questo comunque l’ironia va sempre salvata, anzi…
Pertanto, ora ci troviamo di fronte ad una occasione sprecata e speriamo non letale per il futuro della nostra comunità, che in questi ultimi tempi non ha trovato molti argomenti per sorridere.
Ci si può accusare di essere stati eccessivamente critici, ma questo atteggiamento era l’unico che la democrazia ci consentisse quando impotenti cercavamo di rimanere con i piedi per terra e di impedire di arrivare al guado dove ora ci troviamo.
In altre stagioni quando l’umiltà non si declinava con la presunzione, la politica ha sempre dimostrato di essere stata all’altezza del proprio compito. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Ora Belmonte per ricominciare ha bisogno prima di tutto di serenità.
Di questo un po’ di autocritica la dobbiamo fare tutti.
Dopo il 6 e 7 maggio non ci saranno né vinti né vincitori ma dalle urne uscirà una classe dirigente che a prescindere dal proprio ruolo avra’ a cuore i gravi problemi della nostra comunità
Ragazzi, piaggeria a parte, con il vostro entusiasmo, con le vostre sensibilità, con i vostri propositi, (ma si!) anche con le vostre a volte ingenerose critiche ( non prendeteci gusto perché le mie convinzioni liberali in questo ultimo periodo si sono notevolmente affievolite), dopo tanta lava cominciamo a sentire profumo di ginestre.
Come avete notato la mia non candidatura in questa competizione, sebbene le pulsioni politiche non si siano ancora sopite, esprime anche una assunzione oggettiva di responsabilità verso l’attuale situazione. La politica non è né un dovere né tantomeno un diritto: è servizio. Quando per qualsiasi motivo questo servizio verso la nostra comunità non si riesce a dare, invece di andare a cercare solo i colpevoli, si prenda anche atto del proprio fallimento.
Spero che ora abbia almeno le carte in regola per candidarmi e diventare come voi cittadino attivo……. .GRAZIE
Peppino CIANCIMINO
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