Don Ugo risponde a Gianni sull'articolo "Le nostre responsabilità"
Gent.mo Gianni,
Ho letto con molto interesse il Suo articolo pubblicato su "Nuova Belmonte Mezzagno" dal titolo "Le nostre responsabilità" e vorrei soffermarmi sulla parte "ecclesiale" dell'articolo, considerato che dal 02 agosto scorso, prete da meno di un mese, sono stato mandato qui a Belmonte come Vicario parrocchiale della Chiesa Madre.
Vorrei partire citando un santo a me molto caro, san Giovanni Bosco, il quale diceva ai suoi ragazzi che la santità consisteva nell'essere "buoni cristiani e onesti cittadini". Un binomio questo apparentemente ovvio, ma per nulla scontato. E il Suo articolo mette benissimo in evidenza questo scollamento tra fede e vita, tra adesione a Cristo in parrocchia, e vita cristiana nell'ordinarietà delle giornate.
Certo mi permetta di dire che un pò mi brucia leggere di una inadeguata guida pastorale... mi brucia come vicario parrocchiale... mi brucia come prete in genere... mi brucia come cristiano di questa bella chiesa che è in Belmonte. Ma certe "foto" che intravedo nell'articolo sono terribilmente reali... forse qualcuna caricata un pò troppo... ma effettivamente reali...
Alcuni passaggi di questo articolo sono stati oggetti di una mia omelia due domeniche fa, quando la liturgia ci faceva ascoltare il vangelo della chiamata dei primi discepoli, chiamati da Gesù "perchè stessero con Lui"... e ho chiesto...mi son chiesto prima...e poi ho chiesto... cosa vuol dire stare con Lui? Certo una parrocchia che vede tanti fedeli in adorazione almeno 4 giorni su 7 fa già ben sperare... Quando la beata Madre Teresa di Calcutta parla dell'adorazione introdotta nella vita comunitaria delle sue Sister's of charity dice: "Quest'ora di adorazione trascorsa davanti a Gesù non toglie nulla al nostro servizio. Ci ha avvicinate le une alle altre, ha intensificato il nostro amore per i poveri, ha reso la presenza di Cristo più viva, più reale, qualcosa che veramente ci unisce."
Ma poi è anche vero che girandomi intorno trovo ancora ammalati soli in casa, incoerenze evidenti nella gestione della cosa pubblica, mancanza di concretezza di vita cristiana nella vita quotidiana...
E allora penso che veramente c'è ancora molto da lavorare, ma smettendola di fare semplicemente foto. Scusi se glielo dico, ma sono stanco di quei cristiani capaci di fare belle, reali ma tristi foto della realtà! Il vero cristiano è uno capace di strappare queste foto e rifarle, non uno che sta a guardarle! E la Chiesa non la facciamo i preti, ma tutti gli uomini di buona volontà che vogliono essere chiesa. Noi preti siamo chiamati ad essere pane spezzato per i nostri fedeli, siamo chiamati ad essere i primi servi della Comunità, ma ci serve l'aiuto di tutti e di ciascuno.
Diamoci da fare allora... mettiamoci in moto in prima persona... preghiamo... sediamoci... ragioniamo... parliamo... la guida pastorale della parrocchia dal Concilio Vaticano II non è solo "affare dei preti"... se è vero come è vero che il prete è chiamato a presiedere la Comunità, è anche vero sicuramente che la Comunità è chiamata in prima persona a vivere il proprio camminare insieme nell'attiva partecipazione di ciascuno.
La lascio con un link ad una canzone, non recente ma sempre attuale, di un gruppo cristiano cattolico, il Gen Rosso.
Spero di conoscerla presto "live".
Dio benedica il Suo amore e il Suo lavoro per la nostra amata Belmonte.
Don Ugo Di Marzo
Vicario Parrocchiale a Belmonte Mezzagno
link video qui sotto
Ho letto con molto interesse il Suo articolo pubblicato su "Nuova Belmonte Mezzagno" dal titolo "Le nostre responsabilità" e vorrei soffermarmi sulla parte "ecclesiale" dell'articolo, considerato che dal 02 agosto scorso, prete da meno di un mese, sono stato mandato qui a Belmonte come Vicario parrocchiale della Chiesa Madre.
Vorrei partire citando un santo a me molto caro, san Giovanni Bosco, il quale diceva ai suoi ragazzi che la santità consisteva nell'essere "buoni cristiani e onesti cittadini". Un binomio questo apparentemente ovvio, ma per nulla scontato. E il Suo articolo mette benissimo in evidenza questo scollamento tra fede e vita, tra adesione a Cristo in parrocchia, e vita cristiana nell'ordinarietà delle giornate.
Certo mi permetta di dire che un pò mi brucia leggere di una inadeguata guida pastorale... mi brucia come vicario parrocchiale... mi brucia come prete in genere... mi brucia come cristiano di questa bella chiesa che è in Belmonte. Ma certe "foto" che intravedo nell'articolo sono terribilmente reali... forse qualcuna caricata un pò troppo... ma effettivamente reali...
Alcuni passaggi di questo articolo sono stati oggetti di una mia omelia due domeniche fa, quando la liturgia ci faceva ascoltare il vangelo della chiamata dei primi discepoli, chiamati da Gesù "perchè stessero con Lui"... e ho chiesto...mi son chiesto prima...e poi ho chiesto... cosa vuol dire stare con Lui? Certo una parrocchia che vede tanti fedeli in adorazione almeno 4 giorni su 7 fa già ben sperare... Quando la beata Madre Teresa di Calcutta parla dell'adorazione introdotta nella vita comunitaria delle sue Sister's of charity dice: "Quest'ora di adorazione trascorsa davanti a Gesù non toglie nulla al nostro servizio. Ci ha avvicinate le une alle altre, ha intensificato il nostro amore per i poveri, ha reso la presenza di Cristo più viva, più reale, qualcosa che veramente ci unisce."
Ma poi è anche vero che girandomi intorno trovo ancora ammalati soli in casa, incoerenze evidenti nella gestione della cosa pubblica, mancanza di concretezza di vita cristiana nella vita quotidiana...
E allora penso che veramente c'è ancora molto da lavorare, ma smettendola di fare semplicemente foto. Scusi se glielo dico, ma sono stanco di quei cristiani capaci di fare belle, reali ma tristi foto della realtà! Il vero cristiano è uno capace di strappare queste foto e rifarle, non uno che sta a guardarle! E la Chiesa non la facciamo i preti, ma tutti gli uomini di buona volontà che vogliono essere chiesa. Noi preti siamo chiamati ad essere pane spezzato per i nostri fedeli, siamo chiamati ad essere i primi servi della Comunità, ma ci serve l'aiuto di tutti e di ciascuno.
Diamoci da fare allora... mettiamoci in moto in prima persona... preghiamo... sediamoci... ragioniamo... parliamo... la guida pastorale della parrocchia dal Concilio Vaticano II non è solo "affare dei preti"... se è vero come è vero che il prete è chiamato a presiedere la Comunità, è anche vero sicuramente che la Comunità è chiamata in prima persona a vivere il proprio camminare insieme nell'attiva partecipazione di ciascuno.
La lascio con un link ad una canzone, non recente ma sempre attuale, di un gruppo cristiano cattolico, il Gen Rosso.
Spero di conoscerla presto "live".
Dio benedica il Suo amore e il Suo lavoro per la nostra amata Belmonte.
Don Ugo Di Marzo
Vicario Parrocchiale a Belmonte Mezzagno
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