Le Nostre Responsabilità

Non è facile interpretare la situazione in cui si viene a trovare Belmonte Mezzagno oggi, e questo perchè non è una situazione determinata solo da una "cattiva" amministrazione politica o da una  " inadeguata" guida pastorale, sulle quali, alla luce della  condizione in cui si trova il paese,  rimangono comunque delle perplessità, ma è una situazione che riguarda le Persone, e più precisamente il grado di consapevolezza che esse hanno del ruolo che sono chiamati a interpretare, cioè quello di Cittadini , e, vista la vocazione del paese, di Cristiani; che risultano essere molto bassi, conseguenza di un bagaglio culturale (non nel senso scolastico) mediocre, che li rende vulnerabili e alla mercè di chi più cha alla crescita della comunità, mira al raggiungimento di un qualche potere o alla esaltazione della propria individualità. A un osservatore esterno, poco o per nulla partecipe alla vita e ai fatti quotidiani del paese, risulterà evidente l'insufficienza sociale legata a vari disservizi, quali il dissesto delle strade, la spesso mancata raccolta dei rifiuti, la condizione urbanistica, e via dicendo, ma risulterà meno o per nulla evidente l'insufficiente senso di moralità, e la relativizzazione di tutte le più elementari regole della civile convivenza. 
Le chiese piene, FB invaso da citazioni evangeliche e bibliche, freguentissimi riferimenti a pensieri della spiritualità Cristiana, un uso del nome di Dio e di Gesù che è di fatto un abuso, lascerebbero  immaginare una comunità molto attaccata ai dettati Evangelici nella loro espressione più alta, che non è quella del proclamare, ma del praticare secondo gli insegnamenti del Cristo. In realtà invece mai come ora Cristo è lontano da questa comunità, (Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da Me...Marco 7,1-13)  che lo ha di fatto allontanato perseguendo una religione fatta solo di culto, di riti, di messe di guarigione in cui gli ammalati sono sempre gli stessi, di presenziazioni alle processioni, e di occasioni quasi "mondane" della vita ecclesiale.  Insomma la religione a Belmonte è diventato un hobby come tanti altri.
Manifestazioni apparentemente positive di attaccamento, idealmente a Dio, ma praticamente almeno per molti, alla chiesa come luogo fisico o al sacerdote di turno, nascondono invece il vuoto patologico della propria anima e l'insoddisfazione esistenziale e della vita di relazione al di fuori del contesto artificioso che la religione se "malvissuta" rappresenta. L'idea di un Dio da servire, che pretende il nostro tempo speso in  interminabili adorazioni, che non ci suggerisce che il tempo a Lui dedicato può essere un tempo sprecato se tolto al bisogno degli altri, risulta meno onerosa del servizio verso  il prossimo, soddisfacendo in ultima analisi solo noi stessi.
L'insofferenza degli uni verso gli altri, l'incapacità di relazionarsi in modo costruttivo con il resto della comunità, che viene piuttosto percepita ostile, porta la persona a estraniarsi dalla realtà e a cercare in Dio ciò che Dio stesso non vuole, e cioè l'allontanamento dal prossimo. La stessa "voglia" di fare il bene essendo non un naturale moto dell'anima, ma piuttosto quasi un'esigenza di soddisfare se stessi difficilmente trova destinatari all'interno della comunità, restando il più delle volte appunto un saltuario inappagato desiderio. La conferma di quanto detto è riscontrabile nella spontanea quasi ingenua  confessione di persone, testimoni di un pensiero incoerente, in cui in molti con un po di onestà  non faremo fatica a riconoscerci. Riporto alcuni esempi:
Il COMANDAMENTO per eccellenza, "AMA ILPROSSIMO TUO COME TE STESSO," regolarmente disatteso con le più svariate motivazioni...AIUTALLA..PI MIA PO MORIRI I NORI L'AVI..oppure... RICCI CA UNNI SI FICI A STATI SI FA U' MMERNU... declassando con ciò il comandamento ad un semplice "suggerimento" e subordinandolo alle nostre personali valutazioni.
Il PENSIERO di Dio onniscente, cioè che sa tutto e a cui nulla si può nascondere, il pensiero che nella confessione il sacerdote rappresenta la presenza stessa di Dio,... sposato con la genuina dichiarazione;..MA PICCHI' TU O PARRINU CI CUNTI TUTTI COSI, SI CI RICI CHIDDU CA SI CI PO' DIRI, rendendo con ciò la confessione un obbligo da assolvere, anzichè un'esigenza di "pulizia" intima con se stessi prima ancora che con l'Assoluto.
Il PENSIERO di un Dio che ti indica come indirizzo di Vita, la pratica di un unico comandamento, e cioè quello della Carità, che pone tra te e Lui un solo possibile legame, cioè  quello dell'amore verso il prossimo,...sposato con dichiarazioni del tipo;  RINTRA A CHIESA UNNI POTTI FARI A MENU, CIAPPI A DARI U SIGNU RA PACI, MA FORA A ME FACCI UN LAVI A BIRIRI MANCU RI LUNTANU...
L'ASCOLTO  della S. Messa, in cui il verbo utilizzato, non a caso non  è ascoltare ma VEDERE, quasi fosse uno spettacolo - MI VAIU A BIRIRI A MISSA-  e infatti  quello che dovrebbe essere un momento di arricchimento spirituale, diventa un motivo di spicciola mondanità. Non ricordo una sola volta in cui chiedendo qualche notizia sul Vangelo o sulle Letture di quella domenica, mi fosse stato detto di cosa trattassero; avrei avuto sicuramente più dettagli se avessi chiesto chi era seduto al primo banco, o se qualcuno avesse cambiato il colore dei capelli. Per non parlare del rispetto minimo del prossimo, che può andare dal saluto, al tenere pulito lo spazio esterno antistante la propria abitazione, alla guida delle auto all'interno del centro abitato, al rispetto di un semplice turno senza cercare il modo di scavalcare gli altri, al parcheggio dell'auto in modo che non intralci la normale circolazione. Rispetto a quest'ultima considerazione, mi viene da pensare che se per caso si travasse a passare per Belmonte una persona che non sapesse nulla della religione Cristiana, e dei simboli ad essa collegati, potrebbe tranquillamente pensare che quella strana cordicella con tante palline e con alla fine una piccola crocetta, che pende dallo specchietto retrovisore di tantissime auto, altro non sia che il segnale di un permesso di libero parcheggio, cioè di un permesso che ti consente di parcheggiare dove ti pare e piace, senza alcun rispetto per le esigenze di traffico degli altri cittadini.
E per finire i piccoli o meno piccoli diffusi episodi di illegalità, che vanno dai furti di energia elettrica, all'incuria della cosa pubblica, alla costruzione abusiva, alle discutibili disabilità,  il tutto se non con la benedizione di Dio, sicuramente con la pace della nostra coscienza ormai in coma; infatti quello che a parere mia costituisce l'anomalia, prima che il reato, è la mancata percezione del commetterlo.
Non meglio attrezzati risultiamo essere nello scegliere le persone che andranno ad amministrarci, la delega politica di fatto non è mai scelta da noi, ma da chi per noi, e non riguarda particolari meriti dell'elegendo  ma piuttosto le sue  particolari amicizie...AIU A BUTARI PI CHISSU, PICCHI STA BONU CU ME CUGNATU...
L'idea che chiunque vada ad amministrarci per noi è lo stesso...TANTU SUNNU TUTTI LATRI...
L'idea di poter barattare le proprie convinzioni (quando ci sono) sulle persone o sui partiti con la speranza di sempre più improbabili favori,...AVI A FARI TRASIRI A ME FIGGHIU...
Il qualunquismo ormai inaccettabile, che ciò che è di tutti non è di nessuno...ABBASTA CA UN TOCCANU U ME, CA PONNU FARI N'SOCCU VONNU...
Nelle nebbie di questa approssimazione religiosa, oltre che  in quelle di una disillusa visione della politica, la gente di Belmonte naviga ormai da tempo, incapace di trovare in se le risorse culturali sufficienti al superamento di questa condizione,
e avendo inoltre poca fortuna nella capacità pedagogica di coloro che vengono da essi eletti, o per loro designati alla guida della comunità, contribuendo di fatto all'involversi di una situazione già di per sè, per usare un eufemismo, poco confortante, che lascia spazi sempre più esigui a possibili immediate soluzioni.
Inoltre questo contesto, essendo poco percepito dagli adulti nella sua profonda negatività, diventa fortemente diseducativo anche per le nuove generazioni che crescono appunto in una "normale anormalità" sentendo l'esigenza di moltissime cose ma non quello della legalità e del rispetto delle persone e delle cose.
Se a tutto questo aggiungiamo i gravissimi episodi di mafia, che nel recentissimo passato hanno portato il nostro paese agli "onori" della cronaca, facendolo assurgere alla fama di uno dei primi paesi della Sicilia in quanto a densità  mafiosa, ecco che il quadro si completa.
 In considerazione di quanto fin quì esposto, qualsiasi tipo di responsabiltà, si vorrà attribuire a chi ha avuto in questi anni  l'onere di guidare il paese amministrativamente e moralmente, non potrà prescindere dalla considerazione di oggettiva difficoltà in cui  ci si è trovati ad operare.  L'impegno per una possibile risoluzione dei problemi, non potrà perciò riguardare solo chi ha ruoli di leadership, ma dovrà coinvolgere ogni singolo cittadino, investendolo di una responsabilità che vada oltre la cabina elettorale, e lo renda attivamente partecipe dei successi o dei fallimenti che la comunità  tutta andrà a conseguire.
Dovrà essere  dalla presa di coscienza di tutto questo, dalla rimozione delle barriere  che impediscono alla  mente la corretta percezione della nostra condizione, dal non cadere nella tentazione di fuggire dalla realtà contingente, che dovremo necessariamente e faticosamente ripartire per ripristinare un normale rapporto con la comunità, cessando di vedere in essa l'ostilità e considerando al contrario le opportunità che il rispetto degli uni verso gli altri determinano, ricominceremo allora a dare il giusto valore ai vari aspetti della nostra vita all'interno di una comunità le cui sorti nostre e dei nostri figli, non dimentichiamolo sono nelle nostre mani, e sono determinabili non in forza di improbabili ascetismi di cui non saremmo neanche capaci, ma in forza di scelte razionali che possano rendere il nostro paese sempre più meritevole di essere vissuto dai suoi cittadini, e i suoi cittadini sempre più meritevoli di vivere in questo paese; smetteremo di amare il prossimo attraverso Dio, e inizieremo ad amare Dio attraverso il prossimo, cosa che penso farà contento pure Lui, cercheremo per quanto possibile di scegliere chi ci dovrà politicamente rappresentare non più sui suggerimenti degli altri ma sulle convinzioni nostre, non per un atteso tornaconto individuale ma per un auspicabile interesse collettivo, sveglieremo la coscienza alla comprensione di ciò che illegalità decretando con ciò l'inizio della su sconfitta, e siccome io credo nel detto "ogni popolo ha il governo che si merita"  non avremo più motivo di lamentarci  neanche di chi ci governerà. Sulla realizzazione di questa apparente utopia potremo rivedere Cristo  tornare in mezzo alla comunità, avrà il volto di ogni concittadino che incontreremo per le vie del paese, e ci renderemo conto che il tempo che dedicheremo a Lui sarà il tempo che dedicheremo agli altri, e non sarà più... tempo sprecato.
                                                                                                               Gianni Profeta

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